Marostica: “Rifacciamo un campionato muro-libero del Monferrato”

La proposta è nata quasi nello spazio di un mattino.

Giancarlo Marostica, 60 anni, ingegnere di Cremolino, indimenticato fuoriclasse degli sferisteri (non solo a muro, anche se è stato il leader di un formidabile Montemagno) ha «postato» via mail ad un gruppo di dirigenti ed ex giocatori, una proposta che, se attuata, restituirebbe al tambass qualcosa di rivoluzionario e insieme di antico. 
In sostanza, Marostica, che ha fatto anche un’analisi dettagliata dei costi da trasferte a cui sono soggette le società iscritte ai maggiori tornei open (serie A e B), lancia (anzi rilancia) l’idea della formula che ebbe straordinaria fortuna nella rinascita del tamburello Anni ’60: la creazione di un campionato unico (muro e libero) del Monferrato. Le migliori potrebbero partecipare poi alle finali nazionali contro venete, lombarde, trentine e via discorrendo, come avvenne un tempo quando, per esempio, il grande Castell’Alfero dei Cerot, Uva, Riva, Pentore, Casalone, Caldera, Negro dominò nel Monferrato per poi stupire tutti a livello tricolore. 
Bacino di utenza ipotetico: l’Astigiano, naturalmente, ma anche l’Ovadese, il Vignalese e la Val Cerrina, cioè una delle culle di questa disciplina. «Range» di squadre ipotizzato in partenza: una decina almeno. 
Obiettivo: ridare linfa ad un movimento che sta - oggettivamente - attraversando una fase di involuzione, tecnica in primis, a cui fa seguito una sempre più preoccupante emorragia di tifosi. 
Marostica si fa portavoce di questa novità con l’entusiasmo (e il carisma) di chi ha sempre amato il tamburello, senza curarsi troppo di quanto «rumore» potrà fare la proposta. Che a parole ha già trovato appoggi entusiastici da parte dei vari «addetti ai lavori».
Il «teorema Marostica» parte da un assunto basato sul buon senso e sull’esperienza di chi ha vissuto da protagonista il periodo del cosiddetto «tamburello d’oro».
In sostanza - lascia intendere l’ex campione - rimettiamo basi solide nei territori dove questo sport ha sempre trovato linfa, riportiamo la gente nei nostri sferisteri, diamo spazio ai nostri giocatori, proviamo a cambiare anche modo di giocare (più potenza uguale a più spettacolo) facendo crescere i giovani nelle piazze, esaltiamo le rivalità di campanile con finali ad agosto e, nel contempo, riduciamo le spese. 
Un progetto talmente semplice da apparire «ardito» a chi conosce la macchinosità di un apparato federale restio ad assimilare cambiamenti. 
Con un’avvertenza: la questione, come è facilmente ipotizzabile, potrebbe diventare argomento (tutt’altro che secondario) di una campagna elettorale già rovente per il rinnovo dei vertici federali, a seguito all’annuncio del presidentissimo Emilio Crosato di voler lasciare dopo quasi 40 anni di «interregno». 
Come dire: non sarà facile, ma è giusto provarci.

LA STORIA DEL TORNEO DEL MONFERRATO (a cura di Paolo Monaca)

Il Torneo del Monferrato si disputò per 11 stagioni, dal 1965 al 1975. Nel corso della sua storia nella massima divisione monferrina gareggiarono 31 paesi: Murisengo ( 11 presenze ), Cerrina  ( 9 ), Castell'Alfero, Codana e Montemagno  ( 8 ), Gabiano ( 7 ) Cunico, Francavilla Bisio, Grazzano, Montechiaro e Ovada ( 6 ), Basaluzzo, Cerrina Valle, Cocconato, Monale e Tonco ( 5 ), Portacomaro e Scurzolengo ( 4 ), Cremolino ( 3 ), Moncalvo, Revigliasco, Tigliole, Viarigi e Villavalle  ( 2 ), Azzano, Bosco Marengo, Casale Monferrato, Castelletto d'Orba, Cerro Tanaro, Rocchetta Tanaro e Vignale (1 presenza).

Misto muro/libero dal '65 al '69, girone di serie A nazionale dal '68 al '75. Vi erano anche 2 gironi di serie B, uno astigiano ed uno alessandrino e 4 di serie C.

Oltre ad astigiano ed alessandrino si registarono adesioni anche dalla provincia di Torino ( le squadre cittadine Italica, Libertas, Scat e il Cavagnolo ) e dalla città di Savona. Altri grandi centri coinvolti negli anni furono Acqui Terme, Asti, Gavi, Novi Ligure e San Damiano. Moltissimi i piccoli paesi in gara nelle serie minori in cui il tamburello attualmente non viene più praticato.

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