Dario Andreoli e i suoi tortelli di zucca

Tamburello, e tortelli di zucca, Le due passioni di famiglia Andreoli che hanno trovato continuità in Dario, battitore del Medole, dopo un lustre passato nel Bardolino, San Floriano, Negarine, Monte e Goito.

Tanti i trofei in bacheca, le soddisfazioni di uno sport che ha radici profonde nel triangolo fra Verona, Brescia e Mantova. “A livello giovanile ho vinto il titolo nella categoria pulcini, allievi e juniores, poi ai giochi della gioventù, nel torneo senior ho festeggiato tre scudetti, con Goito e Medole, tre anni fa ci siamo aggiudicati i campionati master. Da quel lontano ’76 è quasi arrivato il momento di ritirarmi, ma la passione resta, il tamburello è lo sport di famiglia”. Tanti trofei, quasi quante forchette che giudicano la qualità del cibo a tavola. “Siamo una famiglia di cacciatori, la selvaggina non mancava mai la domenica. Il profumo di arrosto era una costante. Toccava però ai tortelli con la zucca l’onore di aprire il pasto. Li faceva mia madre. Impastava la sfoglia, e preparava il ripieno, quello tipico mantovano, con gli amaretti. Sapeva trovare sempre zucche molto buone, era il segreto del suo piatto. Per noi era una festa metterci a tavola, e mangiare quello che lei cucinava. Ci sistemavamo con calma ai nostri posti, il pranzo durava a lungo ma era un piacere stare tutti insieme. Intorno alla tavola regnavano serenità e felicità sui nostri piatti, che in parte lo sport ha poi negato”. Già, il calendario sportivo chiama i giocatori in campo la domenica, si sa che il cibo condiziona le prestazioni, occorre star leggeri. “La mia è una carriera longeva, lo consente il tamburello, e poi non mi sono mai nemmeno infortunato. Ma durante il campionato, tutto era in funzione della partita, mangiavo un piatto di pasta al pomodoro, i tortelli di zucca e la selvaggina erano off-limits. Restano una tradizione che ho passato alla mia famiglia, nessuno pratica il tamburello, sono tutti buone forchette. L’aspetto gastronomico è sempre condiviso, io non sono un grande cuoco, mi piace tutto, non faccio lo schizzinoso”.

fonte Anna Perlini (L'Arena)

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