Paolo Danna: un guerriero dal cuore grande

UN GRANDE RITRATTO DI PAOLO DANNA RITIRATOSI DOPO "UNA CARRIERA BELLISSIMA"

Lo aveva annunciato a inizio anno, durante la presentazione della “sua” Merlese, ed ha mantenuto la parola data. A 38 anni capitan Paolo Danna si ritira dalla pallapugno giocata, dopo una carriera lunghissima e prestigiosa, durante la quale ha conquistato per ben quattro volte il titolo di campione italiano in serie A, due con la maglia della Pro Paschese e altre due con quella della Subalcuneo. Alla fine della sua ultima partita Paolo, con l’umiltà che da sempre lo contraddistingue, ha commentato: «Ho vissuto il momento più bello della mia carriera nel ’95, quando ho vinto la serie C e, nello stesso anno, la pantalera. Eravamo la squadra più giovane della categoria e abbiamo veramente fatto vedere i “sorci verdi” a tutti i big. Ringrazio perché ho avuto una carriera bellissima, forse addirittura migliore di quella che avrei meritato. Ci sono campioni che forse meritavano più di me e invece hanno vinto di meno». Con l’addio allo sport giocato di Paolo Danna, la pallapugno italiana perde un fuoriclasse, un talento puro, ma deve salutare anche un grande uomo, che si è saputo imporre sul campo restando sempre sé stesso, disponibile, gentile, con i piedi ben piantati a terra. 


Il fascino dello sport è rappresentato dalla sua capacità di trasportare chi lo segue o lo pratica in una dimensione “straordinaria”. Per “straordinaria” intendo il far affiorare nelle persone le emozioni più profonde, quelle che aprono la via ai nostri comportamenti più atavici: gioia e tristezza, speranza e delusione, odio e amore, sogni e illusioni si alternano in rapporto al raggiungimento o meno della meta sperata. Lo sport ti mette alla prova, niente è stabile, devi sempre conquistare o difendere ciò che hai ottenuto. Ti offre ripetutamente l’occasione per ribaltare una situazione, è dinamismo dell’anima e dei sentimenti: non sempre è così nel quotidiano. Lo sport non è solo questo. Accade raramente,ma accade, che talvolta l’imprese degli sportivi, o le loro carriera, per il pathos che offrono, si erigono a sentimento nazionale: in questo caso lo sport diventa leggenda e i protagonisti entrano nel mito. Coppi e Bartali, il “Grande Torino”, hanno rappresentato questo nel dopoguerra, contribuendo a infondere negli italiani il coraggio e la speranza che la ricostruzione del Paese sarebbe stata possibile. Ora voi vi chiederete perché la faccio così lunga sui valori dello sport. Perchè vi voglio parlare di una grande campione della pallapugno, di un ragazzo, ora uomo maturo, che ha rappresentato nella sferistica quanto scritto sopra, che ci fatto sognare e trepidare con le sue giocate e con il suo comportamento pieno di lealtà e tenacia. Di un campione che ha saputo trasmettere valori importanti ai giovani e che ha ricordato, ai noi più avanti con l’età, che il coraggio e la serietà premiano e siamo usciti dallo sferisterio, dopo averlo visto giocare, con l’animo sollevato, consapevoli che la gente per bene esiste ancora. Sto parlando di Paolo Danna, un “guerriero dal cuore grande” che ha annunciato pochi giorni fa il suo ritiro dalle scene agonistiche. Lo fa dopo una splendida carriera che lo ha visto sempre protagonista: 479 gare nella massima serie e quattro titoli nazionali. Un campione che ci ha sempre divertito perchè ha combattuto in ogni gara disputata con tutta la generosità possibile, credendoci sino in fondo, non dandosi mai per vinto, suscitando nell’animo di noi spettatori tempeste emotive che ci hanno fatto riconciliare con lo sport che amiamo. Si è ritirato senza aver intaccato la sua aura di campione, sfiorando di un soffio, in questo ultimo campionato, lo spareggio per l’accesso alle semifinali. Ha smesso nel momento giusto suscitando il rammarico dei suoi tifosi, evitando di combattere contro l’inclemenza del tempo, prima che qualcuno si chiedesse: “ma perché Paolo gioca ancora?”. Anche questo fa parte della sua grandezza. Certo avrebbe potuto continuare ancora diversi anni da spalla, ma ha deciso di non sottrarre più spazio alla sua splendida famiglia. Così per lui si apre una nuova stagione importante della sua vita e ha lasciato intatta la sua immagine di atleta baciato dagli dei. Non ha voluto rincorrere sogni impossibili di una gloria che mai avrebbe potuto eguagliare quella precedente. E per questo lo ringraziamo: è triste vedere i grandi campioni trascinarsi in campo in ruoli secondari. I campioni devono lasciare in eredità ai tifosi la loro bellezza ineguagliabile. Se devo ricordare un episodio che mi permette di descrivere la caratura del campione di Paolo non è una vittoria, ma una sconfitta. Accadde nella prima gara di finale che poi lo portò a vincere il suo ultimo scudetto. Giocava a Canale, in casa di Campagno. Quel giorno non era in forma, il canalese aveva una marcia in più. E proprio in quel frangente emerse la razza di “guerriero dal cuore grande” di Danna: non cedette mai allo strapotere di Campagno, combattè su ogni pallone con una ferocia inaudita, sfruttò ogni piccola indecisione tecnica o emotiva del rivale. Si difese con le unghie su ogni 15: non uscì sconfitto, semplicemente vinse Campagno. Danna non è solo un campione sul campo di pallapugno, lo è anche nella vita di tutti giorni, è una persona affabile, umile, che conosce bene i valori dell’amicizia e del rispetto verso tutti e tutto. E’ un ragazzo intelligente che sa ascoltare e sa ragionare ed è per questo che mi auguro che rimanga nel nostro ambiente magari nella veste di dirigente o allenatore. Se proprio devo citare un difetto in Danna ci devo pensare bene ma penso di averlo trovato. A tavola, quando ci troviamo per qualche evento conviviale, non è uno che di dà tanta soddisfazione. Vuoi mettere con Gioetti e Manzo! Con loro era tutta un’altra musica: mangiate pantagrueliche innaffiate da abbondante barbera. Ma si sa, lui è un atleta che fa parte di un’altra generazione, con modi di pensare e di agire diversi dal passato. D’altronde la pallapugno non è più saga di paese, ma sport a tutti gli effetti, e questo difettuccio al campione lo perdoniamo. Ciao Paolo, ti abbraccio forte.

Foto in azione ed al convegno sugli sport sferistici tenutosi a Cremolino nel 2009

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