Il Balun d’or premia i giovani “Lo sport vive grazie a loro

in foto ragazzi si allenano a pallapugno al Passatore di Cuneo

Flavio Borgna - ideatore Balun d’Or)
L’ideatore del prestigioso riconoscimento che si assegna domani a Cerretto Langhe
“Dai vivai di oggi i campioni di domani, così trasmettiamo l’eredità della tradizione”. Il dibattito sul mito della pallapugno da salvare: “C’è chi si impegna per noi”
Finito il campionato e finiti i suoi imperdibili «paginoni», dove insieme alla
partita, con mille citazioni e riferimenti a persone, ci ha di volta in volta raccontato oltre alle partite, tutto quello che sta intorno al mondo della pallapugno,
Piero Dadone è tornato su La Stampa a lanciare un messaggio perché vi sia un maggiore sostegno economico a favore di questo sport. Lo fa a modo suo, perché gli piace smuovere le acque, perché ama profondamente e da sempre questo sport, con tutto il patrimonio di tradizioni culturali che si porta dietro, soprattutto per il legame con la storia del nostro mondo contadino che ci ha portati a conservare questo splendido territorio e a farci diventare famosi nel mondo per i prodotti della nostra terra. E ha ragione sul fatto che la nostra promozione turistica possa valorizzare di più questa realtà così interessante, tanto da essere diventata Patrimonio dell’Unesco.
Così come gli fa eco Nando Vioglio, presidente della Fondazione Mermet, fondazione che fra l’altro ha avuto il merito incredibile di condurre una battaglia che ha permesso all’ultimo momento di salvare Il Mermet dalla speculazione edilizia - grazie ai contributi del notaio Toppino, del Comune di Alba e della Fondazione Crc - e di riconsegnarlo alla città.
Io condivido un po’ la loro preoccupazione, ma non sarei così pessimista sul futuro
di questo sport. Perché, per quanto riguarda il sostegno economico, vedo comunque tanti privati, società pubbliche e private, istituti bancari, che fanno uno sforzo economico importante per sostenere l’attività delle diverse società sportive e dei diversi campionati (consentitemi di sottolineare che in Alta Langa avremo ben tre squadre in serie A e alcuni anni fa questo non sarebbe mai stato possibile). Certo questo è frutto soprattutto della grande passione di tante persone, altri fondi sarebbero certamente utili, ma senza passione non si va da nessuna parte. E i privati che ci mettono i soldi questa passione ce l’hanno, e dobbiamo ringraziarli perché forse non c’è tutto questo ritorno pubblicitario. Li dobbiamo
ringraziare perché con la pallapugno portano anche visibilità e vitalità nelle nostre
comunità. Così come grande merito va a chi organizza e partecipa ai Torneo dei Paesi alla Pantalera.
Vedo poi il sostegno della nostra Regione e un grande impegno della Federazione
nazionale con il coinvolgimento di tanti giovani esperti, federazione che ora ha anche una sua efficace e moderna strategia di comunicazione.
Per cui si troveranno certamente le formule giuste per cercare nuove risorse e creare ancora maggiore interesse.
Ma vedo poi soprattutto una straordinaria vitalità del mondo giovanile, perché
dietro alle squadre dei campionati primari si stanno formando dei vivai che sono
particolarmente floridi, dai quali usciranno i campioni di domani. Con tanti ragazzi
di ogni età che partecipano ai diversi campionati italiani, portati dai loro genitori e
allenatori nelle diverse località di Piemonte e Liguria, dove forte sta crescendo il movimento. Per questo nell’edizione del Balun d’Or 2025 di domani abbiamo istituito, per la prima volta, il Premio per il settore giovanile «Sergio Corino», in memoria di questo allenatore che ha vinto più di tutti, ma che si era dedicato per primo come insegnante di educazione fisica a insegnare pallapugno già alle elementari. E quest’anno a Cerretto Langhe premieremo tre ragazzi che hanno partecipato alla Coppa Italia e al campionato italiano della categoria Pulcini: il battitore della San Leonardo di Imperia, la spalla di Ricca d’Alba e un terzino della Pro Paschese, e con loro le rispettive squadre e le società.
Tranquilli, ci vorrà tutto il sostegno necessario, ma la pallapugno non morirà: sono
questi ragazzi, questi atleti, sono i loro genitori, i loro allenatori, le loro società che la faranno sopravvivere.
 

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