Fipt, Facchetti unico candidato. Damiano Tommasi si defila

Il presidente uscente si ripresenta nella corsa alla guida della Federtamburello. Mentre esce di scena l'ex campione di calcio della Roma e della Nazionale.
 
Si preannuncia una campagna elettorale pirotecnica con il rischio di diventare generale senza soldati. Per il Piemonte in campo Beppe Bonanate, Alessandra De Vincenzi, Gianni Maccario e Giancarlo Marostica (lu.m.)
Domenica si sono chiusi i termini per la presentazione delle liste dei candidati alla guida della Federtamburello (elezioni il 13 febbraio a Milano). Unico in lizza per la presidenza resta Edoardo Facchetti, classe 1959, bresciano, omonimo e cugino del compianto campionissimo dell'Inter e della Nazionale Giacinto (Facchetti), da un quadriennio ai vertici della Fipt. A suo sostegno una lista di 10 aspiranti consiglieri (con gli astigiani Gianni Maccario e Alessandra De Vincenzi, gli altri sono Flavio Ubiali, Andrea Fiorini, Quinto Leonardi, Benhur Tondini, Manuel Festi, Andrea Occhipinti, Roberto Sani e Roberta Sommaggio); sull'altro fronte una lista con 7 nomi e due piemontesi (il montechiarese Beppe Bonanate e Giancarlo Marostica, da Cremolino) più Alfio Ghezzi, Luciano Zerbini, Dario Andreoli e Luigi Bertagna. Candidatura personale quella di Chiara Lombardi in quota atleti, non riconducibile a nessuna lista. La novità più clamorosa è l'uscita di scena di Damiano Tommasi, il veronese ex presidente dell'Assocalciatori, già campione d'Italia con la Roma e Nazionale, che aveva dato una disponibilità di massima a guidare la Federazione nella caso di una sostanziale «convergenza unitaria» sul suo nome. E proprio Bonanate e Marostica, tra gli altri, avevano sostenuto e rivendicato apertamente l'avvento dell'ex leader dell'Assocalciatori sulla tolda di comando Fipt .
Unità d'intenti che non si è trovata, anche perché Facchetti aveva detto fin da subito, con chiarezza e trasparenza, di voler proseguire il mandato. E ha così commentato la situazione: «Speravo a questo punto che Tommasi - dice Facchetti - fosse della partita, nell'interesse di tutti. Perché così almeno ci sarebbe stata una sfida sul campo, aperta e leale con la chiara definizione di ruoli e programmi».
La situazione in chiave elettorale non è infatti così scontata come potrebbe sembrare. Facchetti, per essere confermato deve avere almeno il 50% dei voti più uno (in caso di mancata elezione la Federazione rischia il commissariamento). E bisognerà anche vedere quale potrà essere la ripartizione delle forze nel Consiglio federale a dieci (7 rappresentanti di società, due degli atleti e uno dei tecnici, oltretutto considerando che probabilmente ci sarà anche un consigliere in meno non essendosi raggiunto il quorum del 30% per le quota rosa).
Un Consiglio diviso, senza una maggioranza netta, potrebbe di fatto rendere molto arduo il compito «operativo» del neo presidente eletto.
Tutti interrogativi che il mondo del tamburello dovrà affrontare in questo mese di «campagna elettorale» (probabilmente «a distanza», vista l'emergenza covid). Con i piemontesi (dirigenti, tecnici, giocatori) che potrebbero avere un ruolo chiave nella scelta di presidente e consiglieri federali, essendo anche espressione di una realtà unica del suo genere, per il forte radicamento locale del torneo a muro. L'auspicio è che la tanto auspicata unità ci sia ora nei fatti, evitando clamorose spaccature che in questo momento potrebbero essere fatali al tamburello e a ciò che questa disciplina rappresenta sui territori.

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