Alessio Monzeglio, campione dei due mondi

in foto Alessio Monzeglio in versione pallapugno nel memorabile 2017 con il tecnico del Moncalvo Pierino Alciati
 
ALESSIO MONZEGLIO, L’EROE DEI DUE MONDI
Avevamo lasciato Alessio Monzeglio a fine agosto dopo la riuscitissima festa d’addio al tambass ricca di emozioni ed il tutto in beneficienza. Lo stop ai campionati di cui comprende la ratio ha reso meno traumatico l’addio e spera presto di mischiarsi tra il pubblico attorniato dal campanello di seguaci in cerca di un commento o di un aneddoto sulla sua incredibile carriera sportiva. Adesso restituisce un po’ di tempo alla moglie Mara ed al figlio Jacopo con cui condivide la passione per la bici percorrendo spesso i paesi del Monferrato in cui ha scritto pagine epiche. Idolo dei tifosi avendo spesso visto il gioco nell’ottica anche di fare divertire il pubblico con il  colpo a sensazione o la battuta su commissione per giocate che valgono il prezzo del biglietto come quel fallo a Portacomaro di oltre 35 metri.
Continua la tradizione agricola con il fratello Achille e la supervisione di papà Angelo e mamma Maria Teresa cercando nuove strade per stare al passo con i tempi. Soddisfatto delle scelte fatte che lo hanno eletto campione polivalente ha come modello Beppe Bonanate ed ispirazione dai gesti di Corradini, Giuliano Tommasi, Marcazzan e Pagani. Promessa del basket ricercato da Varese resta però fedele alle radici e da sedicenne diventa la carta vincente del Vignale nel 1992 del mito Medesani con dei giocatori locali (Assandri, Bertoli, Nebbia, Cervi, Gambetta, Ninzatti) più Sampietro. Dopo il titolo preso per i capelli con il team del patron Rossignolo si ripete nel 1993 costruendolo nella magistrale vittoria nello spareggio di semifinale a Portacomaro contro il Montemagno di Natta dove al ricaccio inanellò una dozzina di palline consecutive nel portone. Entrato nel muro dalla porta principale non disdegna il campo libero ma è forte nel 1995 il richiamo dei bastioni tornando a Vignale con Claudio Cussotto sconfitti di un soffio nella finale di Grazzano dal Montemagno, sotto 16-8 rimonta 17 pari poi il team di Griffi chiude al rimando. Erano gli anni d’oro in cui Natta faceva la differenza. Nel 1996 passa a Moncalvo con Beppe Tirone e l’anno dopo arriva l’attesa rivincita a Vignale sempre col Montemagno rimontando da 12-3 con a seguire una festa esagerata con tifosi ed i vari Roberto Carni, Enrico Bacchiella e Maurizio Francia. E’ l’anno della partita più bella, lo spareggio col Grazzano a Calliano dove la freschezza atletica lo salvò dal 16-18 0-40 ad un passo dal baratro.
Ritorna a libero portando in A2 il Callianetto in rampa di lancio per il decennio da invincibili con Alberto Fassio. Nel 1999 il salto di qualità nel Castelferro di Dellavalle e Petroselli con il debutto in serie A ed il successo in Coppa Italia, nel 2000 arriva il primo scudetto open più la Coppa Italia chiudendo il ciclo con la Supercoppa 2001.
Prima stagione fuori regione a Solferino con Chesini e Corradini dove arriva secondo, a seguire i cinque anni a Montechiaro, dal 2003 al 2007, ancora oscurati dalla corazzata Callianetto. Scende di categoria nel 2008, vincendo scudetto e Supercoppa di B con l'alessandrina  Carpeneto assieme ai grandi amici Paolo Baggio e Giancarlo Tasca
Dal 2009 al 2012 torna nel mantovano a Medole. Dopo le prime tre stagioni altalenanti nelle quali accanto a Monzeglio e Derada si alternano ben 14 giocatori diretti da Claudio Grandelli finalmente nel 2012 da underdog arriva la formazione giusta diretta da Edo Facchetti con Pierron e Stefano Tommasi detronizzando dopo 10 stagioni il Callianetto, orfano di Beltrami nella celebre finale secca di Castellaro, vincendo scudetto e Supercoppa. Approda a Cremolino per una stagione altalenante dove succede di tutto tra infortuni, un Forno giovane e Berruti a mezzo servizio, dai fischi di Aldeno al rischiare di estromettere il Callianetto della Coppa Italia se quel 15 di Manuel Festi col tamburello rotto non stava dentro l'angolo del terzino. Segue una positiva stagione a Sabbioanra in mezzo ai giovani.
Nel 2015 viene chiamato a Cavaion per confermare lo scudetto. Stagione quasi perfetta per il dream team con Pierron, Luca Festi e Previtali sconfitti solo nell’evento a muro nella sua Vignale. 
Specialità in cui torna con la maglia del Moncalvo nel 2016 attorniato da giocatori da non uccidere il torneo ma un serio infortunio ad inizio stagione vanifica tutto.
Nel 2017 bloccato il Grazzano si rifà con gli interessi ed arriva col Moncalvo il triplete con Tirico, Gandini, Savio, Mirko Monzeglio, Ferro e  Patelli. Per una serie di coincidenze difficilmente pronosticabili entra nella leggenda vincendo pure lo scudetto e la Coppa Italia di pallapugno con l’Araldica Castagnole Lanze di Massimo Vacchetto facendo vedere tutto il suo talento come spalla soprattutto  nella bolgia di Canale.  L’anno seguente è ancora in finale dando il massimo contro un Grazzano più completo e a suo agio sul campo di Montemagno.
Ultima stagione a Montechiaro iniziata in salita per infortunio e chiusa dignitosamente in semifinale stoppati ancora dal Grazzano del super rivale Vittorio Fracchia.

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