"C'è ancora paura ma voglia di ripartire in completa sicurezza"

LAVINIA SARACCO, delegata provinciale del Coni, alla Festa dello Sport

Lavinia Saracco ha curato giovedì sera la regia della videoconferenza che ha coinvolto il presidente del Coni Piemonte Gianfranco Porqueddu, le società astigiane e l'amministrazione comunale (il sindaco Maurizio Rasero e l'assessore allo Sport Mario Bovino). Saracco è la delegata provinciale dal 2012 e dal 2009 coordina l'Ufficio Educazione sisica e sportiva di Asti dopo aver insegnato al Giobert. Con lei tracciamo un bilancio di questo incontro virtuale che ha permesso chiarimenti riguardanti la riapertura degli impianti sportivi.
Com'è stata la partecipazione alla conferenza?
«Abbiamo avuto 42 presenze di realtà sportive, tutte molto attente. Tante le domande rivolte a Gianpasquale Ganzit, presidente Federazione medici sportivi e direttore regionale Scuola Sport Coni Piemonte, e all'ingegnere Mauro Crosio, responsabile Sicurezza Coni. Siamo in attesa delle linee guide che il governatore Cirio sta tracciando sui centri sportivi che ci permetteranno di non commettere errori ».
Cosa ha voluto sottolineare il presidente Porqueddu?
«Ha aperto i lavori insieme all'assessore Bovino, come sempre molto collaborativo ed entusiasta. Porqueddu ha spiegato che il bando della Regione a cui ha collaborato il Coni ha rallentato il suo iter perché è stata creata una piattaforma ad hoc per erogare i contributi che adesso è pronta».
Quali problematiche per l'apertura delle palestre?
«Sono state aperte il 25 maggio rispettando tutti i crismi: purtroppo però l'affluenza è ancora molto scarsa perché la paura regna sovrana. Ci vorrà tempo. Il Piemonte è ancora un po' indietro sui contagi. Ganzit ha specificato che la serenità ci sarà solo col vaccino».
Sulla sanificazione degli impianti ci sono novità?
«Con l'ozono è ancora in via di validamento. E troppi si sono improvvisati sanificatori senza certificazioni. Inoltre c'è differenza tra igienizzare, che è la pulizia degli strumenti e degli ambienti che deve avvenire con la conegrina diluita, rispetto alla sanificazione, che viene fatta invece con prodotti specifici».
Quali problematiche hanno manifestato le società?
«La paura delle sanzioni. Basta un caso di Covid in allenamento e tutti sono costretti alla quarantena. E' stata ribadita l'esigenza di misurare sempre la temperatura corporea».
Sorpresa dello stop del tamburello prima di partire?
«E' intervenuto Beppe Bonanate: ha chiesto cosa si sarebbe potuto fare per una riapertura in sicurezza ma in questo caso dobbiamo aspettare le linee guida perché la pallina continua a passare da una mano all'altra. Per i giochi di squadra occorrono altre direttive. Facchetti. presidente Federtamburello, sportivamente è al top, ma ha contratto il Covid: da parte sua è rimasto questo timore e capisco la sua preoccupazione».

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