Massimo Berruti mito che non tramonta tra arte (sublime) e balòn

PRESENTATO IL LIBRO BIOGRAFICO AL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR

Il campionissimo di tante sfide con Felice Bertola presentato dagli autori. Folla come ai tempi d'oro (foto di Renata Viola)

E' stata una sorta di «processione» laica o sportiva o della memoria, quella che venersì sera ha portato decine, centinaia di appassionati della pallapugno a salire l'erta verso il castello di Grinzane Cavour, sulla collina che guarda Alba e dove per una volta pallapugno (lo sport della tradizione) e cultura si sono incontrati in un memorabile evento. A fare da anfitrione e impareggiabile organizzatore Luciano Bertello, che ha ideato, impaginato, coordinato, scritto una suggestiva biografia dedicata al campionissimo Massimo Berruti, canellese di Rocchetta Palafea, sei scudetti sui campi del balòn e autore di una straordinaria collezione di opere che ne hanno fatto uno dei grandi della pittura contemporanea.
A raccontare l'uomo, il fuoriclasse, l'artista anche gli altri coautori del libro (Luigi Sugliano, Giovanni Tesio, Nando Vioglio, Franco Binello. Assente solo Marco Drago). Bellissime le fotografie di Luciano Martina. 
Molte le testimonianze, da quella di Fulvio Prandi («bertoliano doc» che ha reso omaggio con umanissimpo fair play all'antico rivale del suo idolo giovanile) al giornalista Sergio Miravalle, dal cantautore Piero Montanaro al poeta dialettale Giampiero Nani, a Carlo Passone che per primo raccontò con le sue telecronache dell'epoca le gesta della infinità rivalità tra i due grandi. In platea, ovviamente, anche Felice Bertola, con altri protagonistidi varie epoche: da Carlo Balocco a Sergio Corino, da Piero Galliano e Italo Gola a Bruno Campagno, portacolori della Canalese che contenderà anche quest'anno il primato al Tricolore Massimo Vacchetto. In sala anche Elisabetta Manzo, la figlia di Augusto, indimenticato primo campionissimo del balòn (con la rivalità a sua volta epica con Franco Balestra).
E due testimonianze tutte astigiane: quella del sindaco di Monastero Bormida, Gigi Gallareto, che ha voluto rendere omaggio al campione « che con le sue vittorie ha contribuito a far grande Monastero» (il premio a Massimo è stato consegnato dal suo ex compagno di squadra, il terzino monasterese Sergio Blengio) e del sindaco di Castelletto Molina, Marcello Piana , che ha ricordato come per 4 anni, all'inizio degli Ottanta, un borgo di 180 anime divenne famoso in tutta Italia proprio grazie alla squadra guidata dall'immenso capitano. Applausi per tutti. E tante emozioni. Grazie a Massimo. Anzi, grazie Massimo. 

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