Il campione artista racconta la carriera tra due passioni

Massimo Berruti nel laboratorio Azzurro Cielo a Canelli

MASSIMO BERRUTI Domani al Castello di Grinzane Cavour verrà presentato il libro sull’atleta pittore di Rocchetta Palafea

«Massimo Berruti-Tra balon e arte d'avanguardia: le due vite da campione» è il titolo del libro (Sori Edizioni) scritto da Luciano Bertello, Franco Binello, Giovanni Tesio, Marco Drago, Luigi Sugliano e Nando Vioglio, con fotografie di Bruno Martina, che sarà presentato domani alle 18 nella sala delle Maschere al Castello di Grinzane Cavour. Con gli autori sarà presente il protagonista con coloro che l'hanno accompagnato nelle due vite, apprezzandone le doti sportive e artistiche, ma soprattutto umane. 
«Poliedrica operosità»
«Il balon è un elemento identitario della tradizione, quindi non solo sport, ma anche cultura - ha detto Luciano Bertello -. Ho voluto dedicare un libro al grande Massimo campione di balon, ma anche artista con una personalissima evoluzione della pop art. Un personaggio interessante, dalla duplice vita e dalla poliedrica operosità». Massimo Berruti è nato a Rocchetta Palafea nel 1948 e sulla piazza del paese, sotto la guida del padre, ha dato i primi pugni a un pallone. Con quel fisico esile, gli occhiali che gli conferivano un'aria da intellettuale destinato a frequentare biblioteche, pochi pensavano che sarebbe diventato uno dei più grandi campioni degli sferisteri. Si è irrobustito, ha cominciato a vincere, è salito sei volte sul trono del balon, ha superato una trombosi che ha rischiato di ucciderlo (come alternativa gli era stata prospettata l'amputazione del braccio), ed è diventato un campione inarrivabile per classe ed eleganza. 
I suoi epici scontri con Felice Bertola, altra leggenda del balon, sono vivi nel ricordo degli sportivi. Terminata la carriera agonistica Berruti ha coltivato l'altra vocazione (affinata nel Liceo artistico di Cuneo) ed è un pittore di ottimo livello. Oggi, a Canelli, nel laboratorio Azzurro Cielo, mentre con l'aerografo trasferisce sulla tela le sue emozioni, è sempre disponile al confronto dialettico su arte, cultura e pallapugno. 

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