Castagnole, festa dei 200 per celebrare lo scudetto con l’Araldica regina di A

pallapugno: grande partecipazione alla cena sociale

Da Max Vacchetto ai giovani emergenti del ricco vivaio

Si sono ritrovati in duecento al ristorante «Roma» addobbato con i festoni tricolori. Castagnole Lanze ha celebrato i suoi campioni (e campioncini) del balòn in una sera «come una volta», al ristorante Roma, dove si mangia e si beve (tanto e bene) e dove, soprattutto, si sta insieme sotto la bandiera della passione sportiva.
Certo, nulla sarebbe possibile senza un grande sponsor come l'Araldica vini di Claudio Manera, un imprenditore che rifugge l 'eccessiva visibilità, ma che brilla per il senso di lealtà e il fair play sportivo. Ha costruito con la famiglia un impero enologico ma non ha mai perso il senso delle radici, della terra e dello sport che da queste parti più la rappresenta: il balòn appunto.
E a Castagnole ha trovato una società formidabile, guidata da Mario Sobrino, che gestisce il club come una Juventus della pallapugno (non ce ne vogliano i tifosi di calcio non bianconeri: è solo un esempio, qui il tifo non c'entra) con una organizzazione difficile da trovare a questi livelli e con un impareggiabile e nutritissimo staff di volontari che curano con meticolosità certosina tutto, dallo sferisterio, al bar, al parcheggio, agli inviti, all'accoglienza.
Ecco spiegato il segreto di un successo che non sarebbe possibile senza il campione, anzi campionissimo: Massimo Vacchetto (al suo quinto titolo personale). E senza una squadra che lui ha assemblato e amalgamato con l'apporto (discreto come sempre) di un direttore tecnico unico, come Gianni Rigo. Da solo un fuoriclasse non può tutto, anche se si chiama Massimo Vacchetto. Ma serve il gruppo, la «squadra». E i tifosi, tanti, caldissimi, disposti a rinunciare a volte anche agli impegni familiari. Come ha rimarcato, con esuberante simpatia, la supertifosa Ester Minuto: «Mariti, fidanzati, compagni, ci lasciano sole a noi donne per andare alla partita, come cantava una volta Rita Pavone. E allora anche noi meritiamo un applauso» ha detto Ester con un sorriso grande così abbracciata a Graziella Bordone, la mamma di Massimo (e di Paolo e Alessandro) Vacchetto, elegantissima in nero per la festa dello scudetto.
E tanti giovani, vincenti anche anche grazie agli insegnamenti di Giorgio Vacchetto, il capostipite di una famiglia di talenti straordinari. E Castagnole fa festa guardando al futuro. 

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