MASSIMO VACCHETTO Suo per la quinta volta lo scudetto del balon
Massimo Vacchetto il giorno dopo. Lo scudetto della pallapugno conquistato contro Campagno non ha cambiato le abitudini e ieri, all'uscita dalla messa domenicale, non si è sottratto alle domande.
Che risultato aveva previsto questa volta?
«Non avevo pensato ai numeri: volevo solo l'11 per noi».
Quando avete vinto lo scudetto?
«Col cuore a Cuneo, nei fatti a Canale. In campionato la svolta è stata la rimonta contro Raviola».
Le polemiche e i ricorsi dopo la burrasca di Cuneo vi hanno infastidito o caricato?
«Infastidito, perchè ritenevamo di avere ragione, ma ci hanno dato anche una grande carica da trasferire in campo».
Cinque scudetti e quinto posto nella classifica di tutti i tempi. Cosa prova?
«Ho le vertigini anche se non ho ancora realizzato bene ciò che è successo. Era uno scalino molto alto da salire».
Ci si emoziona ancora o subentra la routine?
«L'emozione è sempre altissima; è una componente imprescindibile nelle vittorie».
Qual è stata la difficoltà maggiore?
«Convincerci che eravamo forti e che ce la potevamo fare».
Il suo futuro?
«Ancora a Castagnole con l'Araldica. La squadra è in allestimento: non ci sarà Rinaldi, rimarrà invece Prandi con qualche giovane castagnolese e un uomo di maggiore esperienza».
Oltre ai compagni, chi ha contribuito al successo?
«Molti: lo sponsor Araldica, lo staff tecnico, soprattutto Rigo e Bertolusso, la famiglia, la mia fidanzata Clarissa. Non posso rinunciare ai suoi messaggini che arrivano prima delle partite».