Il giudice boccia il ricorso di Vacchetto. Ma ora c'è l'appello

Domani l'ultima parola tocca alla Commissione federale

Sabato tutti a Canale. O forse no. Non si è esaurita al primo atto la «querelle» scaturita dal concitato epilogo di gara tre della volata che assegnerà il titolo della serie A di pallapugno. Il confronto tra Araldica Castagole e Torfit Langhe e Roero Canalese non divide solo tifosi e pubblico, ma è approdata anche sulla scrivania del Giudice federale. Il ricorso presentato nel pomeriggio di domenica dalla società di Castagnole Lanze è stato respinto, ma la società ha deciso di impugnare in appello la sentenza. Alle 11,35 di ieri il legale dell'Araldica Castagnole ha depositato istanza di ricorso con la commissione di appello che si riunirà giovedì alle 17. Dunque solo dopo il responso si conoscerà se meno di 48 ore dopo le due quadrette dovranno tornare in campo o meno per una sfida che potrebbe assegnare il Tricolore con Castagnole avanti 2-1. «Collegialmente abbiamo assunto questa decisione provando ad andare a fondo alla vicenda che, a prescindere da posizioni ed opinioni, non ha fatto bene alla pallapugno» interviene il numero uno della Castagnolese. «In me c'è scaramanzia ma anche concretezza per cui sono propenso a ritenere che quanto già decretato dal giudice non verrà ribaltato. Ovviamente spero vivamente di essere smentito. Comunque voglio augurarmi che almeno di fronte anche ad un appello le posizioni vengano meglio ed ulteriormente chiarite. Che si dica qualcosa in più di quanto fatto finora» rimarca Sobrino.
In attesa di quanto verrà sentenziato domani la squadra castagnolese prosegue regolarmente la preparazione.
«Non commentavo prima e non lo faccio ora. Fin da sabato mentalmente si ragionava in ottica di gara quattro e continuiamo a farlo, lavorando» aggiunge il direttore Gianni Rigo che nel pomeriggio di ieri ha guidato il primo dei due allenamenti previsti nello sferisterio di Canale con secondo domani, con orecchio teso ovviamente a quanto la commissione federale deciderà.
«Siamo ancora in una posizione di vantaggio, ma se a Cuneo avevamo vinto non vedo come negarcelo. Abbiamo fatto nostre tre partite e siamo pronti a scendere in campo per provare a conquistare pure la quarta e con essa lo scudetto» aggiunge il capitano e battitore Massimo Vacchetto.
In fondo il ricorso per ora ha scritto che ci dovrà essere un nuovo confronto tra Castagnolese e Canalese e questo era già stato stabilito che si giocasse al «Gioetti» di Canale, fino allo scorso anno "casa" del rivale Bruno Campagno, quest'anno migrato al «Mermet» di Alba con la Torfit Langhe e Roero. «Impianto sorteggiato dal Consiglio federale come quinto campo, in quanto gara quattro si doveva inizialmente giocare ad Imperia ma quella struttura non risultava agibile per un appuntamento così importante, ed allora si è anticipata la sfida a Canale» tiene a precisare il vicepresidente Fipap, Fabrizio Cocino. 

LA MOTIVAZIONE

"L'unico errore dell'arbitro è stato assegnare subito il punto alla Castagnolese"

Il giudice ha rigettato il ricorso presentato dalla società astigiana valutandolo in parte improcedibile ed in parte infondato. Così si è espressa la Federazione per voce del giudice sportivo Gianni Martino. Castagnolese che si era vista costretta a tornare in campo dopo che aveva iniziato i festeggiamenti al triplice fischio dell'arbitro. Un fischio che però non era finale secondo quanto riportato nel provvedimento giuridico "non prevede un triplice fischio conclusivo della gara, ne che l'arbitro provveda ad assegnare la vittoria, e neppure che l'arbitro non possa per qualsivoglia ragione emendare la sua decisione di dichiarare la fine dell'incontro con una serie di colpi di fischietto". Si legge inoltre che "è il documento che ufficializza tutto quanto è avvenuto sul campo di gioco, prima durante e dopo la gara" ed in esso "risulta la reiterata affermazione e perciò la piena e ferma convinzione che l'arbitro circa l'erroneità della prima assegnazione della caccia a favore della Castagnolese; non emerge minimamente alcuna condizione di dubbio circa l'assegnazione della caccia, anche dopo la misurazione, e dunque non risulta l'asserita violazione: l'arbitro non ha violato il regolamento tecnico in quanto risulta che non ha considerato dubbia l'assegnazione della caccia e dunque non aveva motivo di far ripetere la battuta". Dunque non è stata errata la misurazione bensì l'assegnazione della caccia.

 

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