Vacchetto e Campagno sono alla sesta sfida nella finale scudetto

Oggi alle 14,30 a Castagnole Lanze il primo incontro

L'eterna sfida tra Massimo Vacchetto e Bruno Campagno, si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. Alle 14,30, nello sferisterio «Remo Gianuzzi» di Castagnole va in scena la prima finale del campionato di serie A di pallapugno; Araldica (Vacchetto, Giordano, Rinaldi, Prandi) e Torfit Canalese (Campagno, Amoretti, Boffa, El Kara) cominciano corsa scudetto.
Quest'anno l'atto conclusivo si gioca al meglio dei cinque incontri (in precedenza era accaduto solo una volta nel 1989 tra Aicardi e Dogliotti): il primo a Castagnole, il secondo ad Alba, gli altri tre in campo neutro. Azzardare un pronostico è sconsigliato. Le cifre, come ricorda Mario Pasquale, l'«uomo dei numeri», aiutano a definire i contorni della contesa. Intanto la sesta sfida-scudetto Vacchetto e Campagno ha superato quella storica tra Bertola e Berruti (5); i due avversari attuali si sono già affrontati nel 2011, 2012, 2014, 2015, 2017 con tre vittorie di Max e due di Bruno. 
Campagno, 29 anni, ha vinto il primo dei suoi tre scudetti nel 2011 a 21 anni; Vacchetto, quattro successi, ha conquistato il titolo di più giovane scudettato, imponendosi nel 2012 a 19 anni. Carriera da predestinato. Negli scontri diretti in campionato, Coppa Italia e Supercoppa è in vantaggio Vacchetto per 34-19. 
A Castagnole tutto è pronto per il pubblico delle grandissime occasioni. «Questa finale mi emoziona - ha detto Vacchetto -; sono contento come un bambino, forse perché l'anno scorso avevo sofferto tantissimo. Voglio il quinto scudetto, ci tengo molto. Con Campagno ci conosciamo bene e sarà difficile inventarsi qualcosa di nuovo per batterlo. Questa partita è particolare, sempre diversa e sempre appassionante». «Le tre partite con Raviola - ha replicato Campagno - sono state molto dispendiose. Sono costate molti sforzi e ora non siamo al massimo della condizione. Tuttavia la finale per il titolo va onorata e quindi c'è una grande voglia di dare il meglio per noi stessi e per il pubblico. Inseguo il quarto scudetto che avrebbe un grande significato, ma non voglio pensarci ora. La partita sarà complicatissima, anche perché mi dicono che lui è in gran forma. È un campione che non si può sottovalutare o snobbare. Bisognerà affrontarlo con grande carica, ma anche con molto rispetto». Il titolo per Vacchetto significherebbe avvicinarsi all'empireo dei grandissimi; per Campagno agganciare Vacchetto e prolungare una sfida appassionante. 

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