"Che sfida con Campagno. Ma il nostro caro balòn deve ancora crescere"

Domani prima finale Tricolore a Castagnole Lanze. Parla Vacchetto.
 
Massimo Vacchetto (Araldica), 26 anni e 4 scudetti in carriera

È partito il conto alla rovescia per la finale scudetto della pallapugno. Tricolore conteso da Araldica Castagnole e Torfit Langhe e Roero Canalese al meglio delle cinque partite con la prima domani (alle 14,30) al «Gianuzzi» di Castagnole Lanze. Prima nonché unica gara che il pubblico astigiano vivrà in casa visto che sette giorni dopo si replicherà al "Mermet" di Alba ed i successivi incontri saranno su campi indicati dalla Federazione. Volata in cui Max Vacchetto insegue il personale pokerissimo e la società del presidente Mario Sobrino il tris dopo la doppietta 2016 e 2017 sempre firmata dal capitato e battitore che si presenta col sorriso.
Di nuovo in finale e quali sentimenti?
«Dominano su tutti emozione e felicità. Poteva essere l'obiettivo stagionale ma non era scontato riuscire a staccare il pass. Non dimentichiamo lo scetticismo giustamente motivato dal grave infortunio patito lo scorso anno. Non era automatico tornare agli stessi livelli e quindi lottare ancora al vertice. Intimamente ero conscio del recupero ma alla fine conta il campo».
La condizione della squadra?
«Giungiamo all'appuntamento preparati. Stiamo lavorando affinché in queste settimane ad ogni partita si possa arrivare atleticamente carichi e liberi mentalmente. Nesusn calcolo. Solo così riusciamo a dare il massimo, come è capitato durante play off e semifinali».
Finale non inedita....
«Sono soddisfatto di esserci anche perché sarà di per sè un'edizione storica. I nomi dei due battitori non sono nuovi ma nessun raffronto col recente passato».
Una formula che piace?
«Obiettivamente non conosco sport in cui una squadra abbia chiuso fase regolare e play off con un vantaggio di sei punti, debba giocarsi il titolo ripartendo di fatto da zero. Già in passato non ho risparmiato osservazioni su un regolamento che offre sempre opportunità di rimettere in gioco chi sarebbe escluso. Spero solo che ne guadagni il pubblico e lo spettacolo».
E nessun favorito?
«I precedenti stagionali dicono questo quelli storici altrettanto. A questo aggiungiamo che nessuno ha il vantaggio di giocare sul proprio campo più gare. Neppure decidere la sede degli altri incroci. Soprattutto non scopro io le qualità di Campagno. Ha dimostrato di attraversare un buon momento. Più di tutto temo la sua battuta più tagliata che profonda il cui pallone, su un fondo che si segna, diventa assai complesso ricacciare».
Max Vacchetto e Castagnole appaiono in forma, ma come sta la pallapugno?
«Abbiamo dimostrato che i giocatori ci sono, tanti e giovani, alcuni con assolute qualità. Il movimento è forte. Lo hanno mostrato i due esordienti in A. La tela ed i colori ci sono, occorre la cornice. Dirigenti e società che ci credano e scommettano, rischino di mettersi in gioco anche senza avere la squadra che lotterà per il vertice. Impariamo dagli sport più grandi per diventare grandi anche noi».
L'Araldica Castagnole non è solo Vacchetto.
«Accanto a me avrò Giordano, non volendo forzare il recupero di Voglino. Con Rinaldi si tratta del secondo campionato, atleta formidabile dentro e fuori dal campo. Lo stesso per Prandi forte nonostante i suoi 23 anni ed alla seconda finale consecutiva e già campione con Raviola. Un gruppo coeso ed unito ed in questo va riconosciuto gran merito al direttore tecnico Gianni Rigo».

Il grande duello tra i dominatori di un decennio

Massimo Vacchetto e Bruno Campagno sono i dominatori della pallapugno nell'ultimo decennio. Confronto diventato simbolo che si rinnova puntuale ad ogni campionato e, quest'anno, tornerà a caratterizzare la sfida più importante quella per lo scudetto della serie A Banca d'Alba Moscone. Non potrebbe essere altrimenti visto che si tratta dei due battitori che hanno conquistato sette degli ultimi otto campionati. E quello che scatterà nel fine settimana sarà il sesto confronto a tinte tricolori. Cinque, infatti, i precedenti nelle finali scudetto tra i due big del balon. La prima volta accadde nel 2011 e fu Campagno a festeggiare con la maglia della Canalese il primo dei tre titoli personali con successivi messi a segno nella stagione 2013 e nel 2014, in quest'ultimo caso ancora strappandolo a Vacchetto. Max Vacchetto, al contrario, si laureò campione d'Italia la prima volta nel 2012 capitano dell'Albese, negandolo la doppietta proprio al rivale Campagno, copione che replicò poi nel 2015 ancora per l'Albese.
La stagione successiva arrivò per Vacchetto la conferma mettendo a segno il primo dei due trionfi consecutivi con l'Araldica Castagnole. Quello del 2017 strappato a Campagno ed slla Canalese. 

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