Le radici del Padel: tennis, squash e un po' di tamburello

 

UNO SPORT IN ASCESA ANCHE NELL'ASTIGIANO

Se ne parla nella conviviale Panathlon a Bramairate. Già 130 gli iscritti al club al palazzetto di via Gerbi.

Ad Asti è scoppiata la Padel mania. Lo sport (se ne parla stasera nella conviviale del Panathlon all'Antico Casale di Bramairate) che non c'era ed in trenta giorni è stato capace di raccogliere oltre 130 iscritti. E' simile al tennis con contaminazioni tra tamburello e squash. Ricorda i racchettoni da spiaggia ma si gioca su un campo vero. Il segreto del successo? «Il divertimento che suscita e l'immediatezza del gioco capace di trasmettere a chi impugna il padel la prima volta». A dirlo è Luca Carbone uno dei quattro "moschettieri" che armati di entusiasmo hanno dato vita ad Asti Padel Club. Gli altri sono Emanuele Bonanomi, Roberto Ameglio e Claudio Damosso. Ci sono loro a dirigere il nuovo centro sportivo realizzato alle spalle del palasport di via Gerbi, riqualificando un'area di 2200 metri quadrati che in cinque mesi di lavoro è stata trasformata. Grazie all'accordo di 15 anni siglato col Comune il progetto si è concretizzato grazie ad un investimento privato di circa 300 mila euro. Ora vi sorgono quattro impianti di padel di cui due coperti e riscaldati, che assicurano l'attività anche nel periodo invernale. Tutti sono dotati di illuminazione a led. E per la prenotazione c'è il sito astipadel.com ed un'apposita app ma anche una chat whatsapp che permette di organizzare incontri in tempo reale. Nell'area è stata ricavata anche una club house e gli spogliatoi sono quelli a disposizione dell'atletica. «Calcolando che in città non vi erano campi ed in provincia altri due (al Subby Club di Castiglione e Canelli) ma senza organizzazione di attività, la scommessa era forte. Però la risposta è andata oltre le migliori aspettative» prosegue Carbone. Dalla loro il trend in forte ascesa a livello nazionale: 10 campi nel 2013, 600 nel 2018 ed ora oltre mille. In Piemonte non si arriva a 50 strutture di cui una trentina solo nel Torinese. Asti Padel fedele al nome della propria mascotte "Vamos" rilancia rivolgendosi anche a scuole ed avviando corsi per giovani. Parallelamente all'attività aperta a tutti i tesserati è nata l'accademy che ha l'obiettivo di far conoscere questo sport nato in Messico e dall'America Latina sbarcato in Europa conquistando subito la Spagna. «Abbiamo aperto collaborazioni con le scuole e tra i primi alunni ad aver calcato i campi sono stati quelli del liceo Vercelli - ricorda Carbone - ma verranno coinvolte classi del Monti e delle medie Brofferio e Iona. Contatti sono stati avviati pure con Liceo artistico e Giobert. Quattro o sei incontri condotti dagli istruttori che abbiamo proposto al prezzo promozionale 1,50 euro ad alunno compresa l'attrezzatura». Parallelamente il club ha avviato contatti con l'Università cittadina ed il Coni per portare il padel ai campionati studenteschi. Nonostante l'apertura avvenuta solo da settembre aperte già lezioni pomeridiane per bambini da 6 a 14 anni con tre corsi confermati. «L'auspicio è creare un settore giovanile che faccia da spinta per l'attività agonistica, affiancando quella amatoriale» precisa Emanuele Bonanomi che, assieme a Carbone, lo scorso anno ha gareggiato nelle file della Monviso Torino nella serie C. «Quest'anno Asti Padel Club farà il debutto nelle competizioni. Da valutare se con una o più formazioni in D o già in C. Campionati strutturati con una fase regionale e una nazionale» conclude Carbone.

UNO SPORT CHE PIACE AI NEOFITI

Tra i praticanti anche calciatori e il Capitano del Palio

«C'è più interazione e meno agonismo. Semplice avvicinarsi anche per i neofiti». Così sintetizza le differenze tra tennis e padel l'albese Pietro Coppa che la laurea in Giurisprudenza ha lasciato nel borsone per dedicarsi al tennis, prima di abbracciare la nuova racchetta. Uno strumento legato al polso del peso di 370 grammi (340 per le donne) indispensabile per colpire la pallina, assai simile a quella tennistica per pressione e dimensioni. Si gioca sempre in coppia su un rettangolo 10x20 metri diviso da una rete alta un metro. Il punteggio è identico al tennis. Fondo sintetico e alle pareti vetrate e reti metalliche (3 metri), parti essenziali nel gioco. «Il vetro all'inizio è il peggior nemico, ma una volta appresa la tecnica è il miglior alleato. È questo il scatto che ti rende consapevole dell'aumento delle tue capacità. La rete con le sue maglie resta sempre un'insidia. Tornano utili anche le tecniche di biliardo nelle carambole. E i più bravi riescono anche a recuperare le palline uscite dal campo» rimarca l'altro istruttore Matteo Gentile di Asti. Tra i primi a volersi cimentare nel Padel l'assessore comunale allo Sport Mario Bovino. «Nelle fasi di test dei fondi ha giocato per mezz'ora e ne è rimasto entusiasta» ricorda Luca Carbone che con il progetto dell'Asti Padel Club ha raccolto anche l'apprezzamento del sindaco Maurizio Rasero. Tennisti o ex i primi scopritori del padel ma anche tamburellisti. «È accaduto che all'inizio latitasse la presenza femminile così abbiamo organizzato un torneo all'americana che ha fatto incrementare le quote rosa». Torneo che nella sezione gold ha visto il successo di una giovane promessa del tamburello come Annalisa Petroselli, erede del campione chiusanese Andrea. Ma dalla sferistica è giunto pure Michele Gandolfo, vicino al mondo della pallapugno. Il padel ricorda con il gioco di sponda il tamburello a muro ed il balon. Ma questa disciplina ha raccolto estimatori pure tra i calciatori. È il caso di Jeremias Busato, ma in questo caso ad avvicinarlo è stata l'origine argentina. «Da piccolo nel mio Paese l'avevo praticato. Quando ho visto che sbarcava ad Asti non potevo non cimentarmi nuovamente» annota l'atleta seguito a ruota anche dal fratello Emiliano ma anche dai famigliari.
Che il padel sia contagioso lo dimostra anche l'originale addio al celibato organizzato da un giovane belga che ha portato sui campi di Asti un gruppo amici residenti nella provincia di Varese che prima della festa hanno voluto dare vita a una sfida goliardica sui sintetici blu di via Gerbi. 

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