La riforma dei punteggi che fa discutere

LA PAROLA AGLI ESPERTI

Manuel Beltrami, portavoce dei top player non è contrario alle teste di serie, sistema meno invasivo rispetto al cosidetto metodo oggettivo di attribuzione punti con gli annessi rilievi di antisportività

Il tamburello è a un crocevia. Il recente Consiglio Federale di Asti ha certificato la volontà del neo presidente Edo Facchetti di defibrillare un movimento che, se non riprende battito grazie all’entusiasmo degli appassionati e all’attività giovanile, rischia di fermarsi.

Discussa è l’introduzione nella serie A libero del sistema dei “punteggi”, che punta tutto sul sillogismo “equilibrio, dunque spettatori”. La proposta di varare questa riforma nel 2019 ha avuto l’okay dalla maggioranza delle società, speranzose di interrompere il duopolio Cavaion-Castellaro, ma i migliori giocatori si sono dichiarati contrari.

Portavoce, Manuel Beltrami. “il problema c’è e siamo ben disposti a dividerci in più squadre per far crescere i giovani che ci sono. I “punteggi” però a nostro avviso, creerebbero delle serie contraddizioni”. Nei giorni scorsi, Manuel ha avuto un incontro con il presidente della CTF Caranzano: la riforma dei punteggi non è in discussione, ma ci sarà ancora modo di confrontarsi e ascoltare tutte le opinioni.

Nella fase di studio iniziale, Facchetti ha richiesto le collaborazioni dei presidenti della FIPT Piemonte, Roberto Gino, e di Riccardo Bonando, consigliere FIPT, promotori dei “punteggi” nel Campionato Italiano a Muro, dove il sistema (non senza difficoltà) ha superato i primi tre anni di sperimentazione: “Rispetto la posizione di dissenso di alcuni giocatori, ma gli interessi generali possono non coincidere con quelli di giocatori e società – replica Riccardo – i “punteggi” non sono la bacchetta magica, ma possono dare interesse al campionato: l’assemblaggio delle squadre diventerebbe compito delle società mentre ora determinano tutto i giocatori”. Roberto auspica che “gli atleti prendano la riforma come un ulteriore stimolo per dimostrare il loro valore. Nel Muro, Fracchia ha visto arrivare i “punteggi” quando il suo Grazzano dominava e ha saputo continuare a vincere: credo sia un esempio da seguire”.

Alessandra De Vincenzi, Consigliere Federale Atleti, ritiene che da parte dei contrari ci sia una comprensibile diffidenza verso il cambiamento, ma sottolinea come “con questo sistema nessuno intenda sminuire il loro valore”.

Le riforme non si fermeranno qui: interessante che nella serie B 2018, non più a girone unico, play-off e play-out incrociati coinvolgeranno tutte le formazioni: “il livello forse non sarà al top, ma è possibile che venga data l’opportunità ai giovani di fare un salto di qualità” afferma Bonando.

La scossa dei “punteggi” in A e una B meno costosa però non agiranno sull’origine dei mali, la crisi dei settori giovanili. Un primo importante passo per far conoscere il tamburello ai ragazzi è il progetto che apre le porte delle scuole alle società, da settembre attivato su scala nazionale: Roberto, come responsabile della Commissione Scuola, sottolinea il ruolo degli istruttori che devono “saper attirare l’interesse dei giovani”, mentre Alessandra prende atto del momento difficile dell’attività giovanile astigiana, confidando in uno sforzo congiunto di comitati locali, società, tecnici e genitori per far ripartire un circolo virtuoso.

Oltre a tutto ciò, si studiano formule nuove per i campionati futuri (la Coppa Italia 2018 si giocherà con die set e tie-break: non una vera novità, ma staremo a vedere), è stato firmato un contratto annuale con uno sponsor tecnico in espansione come la bolognese Macron, si parla di come coordinare meglio stagione Open e Indoor, nonché di quale strada intraprendere qualora (come sembra probabile) il Coni tra qualche anno decida di accorpare la Fipt ad altre federazioni. Il lavoro non manca, ma l’attuale dirigenza non sembra temere le sfide.

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