Beltrami: "Ad Asti manca una società trainante"

AL SUO ATTIVO 14 TITOLI

Giocatore d’immensa classe, uno dei pochi degno di essere paragonato ai grandi campioni degli anni settanta-ottanta che scrissero le pagine più belle nella storia del tamburello, Manuel Beltrami si appresta ad affrontare una nuova stagione a Castellaro, società in cui ha vinto due scudetti, nel 1998 e nel 2016. Classe 1978, nato a Rovereto, Manuel è figlio del grande Gigi Beltrami, figura simbolo del tamburello trentino. Oltre ai due scudetti vinti nel mantovano, Beltrami vanta nel proprio palmares altri dodici titoli tricolore, uno vinto a Borgosatollo (2001) e ben undici a Callianetto (dal 2002 al 2013, con solo pausa del 2012 quando ad imporsi fu il Medole).

Insomma, un top-player che anche nel 2018 indosserà la maglia dell’Ennio Guerra Castellaro...

“Sarà una stagione significativa poiché avremo alcune novità dal punto di vista dell’organico. Al mio fianco sulla linea arretrata non ci sarà più Andrea Petroselli, formidabile campione che ha lamentato quest’anno qualche acciacco fisico, ma Luca Festi, giocatore prelevato dal Cavaion, dove giostrava quale mezzovolo. Bisognerà quindi lavorare per adattarlo al nuovo ruolo ma Luca è un signor giocatore e sicuramente saprà in fretta calarsi nella parte. Nel mezzo giocherà l’altro Festi, Manuel, una garanzia, e al cordino Federico Gasperetti, preso dal Cavaion, e Niki Ioris. La conduzione tecnica del nostro team sarà affidata a Luca Baldini, lui pure in arrivo dal Cavaion. In terra veronese sono invece approdati Giorgio Cavagna e Stefania Mogliotti”.

Quali saranno le principali rivali nella corsa scudetto del prossimo anno?

“Ovviamente il Cavaion, che potrà contare su Pierron, Federico Merighi, Samuel Valle, prelevato dal Solferino, sul già menzionato Cavagna e su Previtali. In panchina ci sarà Stefania (Mogliotti, n.d.r.). Il Solferino, perdendo Samuel Valle e con Mariotto a mio modo di vedere faticherà più dell’anno passato, mentre sono convinto che il Sabbionara potrà disputare un’altra annata di rilievo, forte del terzetto di scuola “astigiana” Bonando, Belluardo e Gozzelino. Soprattutto quest’ultimo negli ultimi due-tre anni è molto migliorato. Andrà poi rivolto un occhio di riguardo al Mezzolombardo, che può vantare in organico un giocatore talentuoso e scrupoloso negli allenamenti quale Weber. Facile prevedere per lui un grande futuro”.

Manuel, tu vivi e lavori ad Asti da più di quindici anni. D’obbligo chiedere la tua opinione sul movimento tamburellistico locale...

“Ad Asti e in provincia ci sono tanti giocatori giovani validi, ma al momento manca purtroppo una società forte, una squadra guida in modo di trascinare tutto il movimento. Fondamentali sono inoltre le disponibilità economiche. Ritengo praticamente irripetibile quanto fatto da un patron illuminato qual era Alberto Fassio, che mise in piedi la “macchina” perfetta Callianetto, ma servirebbe un’imprenditore locale appassionato di tamburello disposto ad investire e a creare una società competitiva ad alto livello”.

Hai parlato di Alberto Fassio, persona decisiva nella tua attività lavorativa e nella tua carriera...

“Un fratello maggiore, vivevo accanto a lui gran parte della settimana. Una persona straordinaria, fondamentale per il sottoscritto. Un dolore immenso averlo perduto così presto”.

Tornando al tamburello giocato, qual’è la tua opinione sull’indoor?

“Non lo amo follemente, prediligo sicuramente l’open. Reputo però l’attività in palestra, soprattutto per le giovani leve, propedeutica per il gioco all’aperto. Una sorta di prezioso filtro”.

Hai notato che non ti ho domandato nulla sui punteggi?

“Non avrei potuto risponderti. Avremo a breve, io e altri giocatori, un incontro con l’avvocato Caranzano, presidente della Commissione Tecnica Federale. Ascolteremo ed avanzeremo proposte. Poi si vedrà”.

 

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