Medole - Monte 13-12

Si dice che gli assenti abbiano sempre torto: a volte si a volte no, soprattutto se lo spettacolo non riesce ad offrire quanto sperato.

Ma a Medole gli assenti e gli amanti del nostro amato "tambass" dovrebbero mordersi - domenica 25 maggio - non solo le unghie ma gli arti sino all'avambraccio. Mantova contro Verona, lungo una linea di confine del nostro glorioso Risorgimento, per uno scontro che prometteva faville e gioco stellare e così è stato, dall'inizio alla fine di una gara che pur durando 4 ore e mezza non ha stancato i tifosi e gli estimatori, accorsi in buon numero a godere ed eventualmente tifare per l'una e l'altra squadra. Gran pubblico sulle tribune e, finalmente, tifo di altri tempi. Solite formazioni scontate e si inizia dopo le solite foto di rito.

Partenza in quarta degli ospiti tra la goduria del Presidente Peroni e pronta ripresa dei locali che impattano sul 3 pari, allungando decisamente grazie alla stratosferica verve di un Samuel Valle, ben assecondato dai cugini di fondocampo, gli eterni Ricky Dellavalle e Petroselli. Nuova parità intorno agli otto e fuga, scontata, verso casa del Presidentissimo Sandro Vigna. Dalla parte opposta un gigantesco Yohann cerca di "tagliare" continuamente cercando di scardinare il muro ospite: Teli non sbaglia mai, come sempre, ma la differenza sta proprio lì, nel centro, dove Samuel continua ad imperversare con recuperi incredibili e botte micidiali che gli opposti sotto gioco non riescono ad arginare.

Tra scatti e fughe rientrate, come in un copione "thriller" scritto appositamente per l'occasione dai maghi del brivido, si arriva al 12 pari non prima di aver registrato un cambio "strategico" tra Samuel e Ricky, creato ad arte per concedere un minimo di riposo al vecchietto terribile, ed aver assistito ad alcuni svarioni del tentennante arbitro, reo di aver lasciato troppa carta bianca ai giocatori che non hanno il diritto di ergersi a strenui difensori sui punti contestati come l'arbitro che non può fare il giocatore. Qualche insulto, qualche piccola baraonda ma tutto è finito grazie alla sportività degli atleti in campo.

Poi, si sa, il tie-break a seguire è un terno al lotto, giustificato solo dal fatto che qualcuno deve vincere per prendersi il punto in più che in questo caso mi sembra ininfluente e pleonastico in vista del successo finale. Alla fine 8 a 3 per i medolesi e fuga immediata di Dellavalle per giungere in tempo a Soglio d'Asti a chiudere la votazione elettorale. Felicità indescrivibile, da parte mia, di avere rivisto tanti estimatori anche dal bresciano e riabbracciato con gioia Franco Nodari, eterno amico di tante antiche battaglie.

Conclusioni: niente di deciso ai vertici ma convinzione condivisa che Medole, MontePeroni e Castellaro faranno corsa a sè, vista la differenza dei valori in campo. Il mio stupore nel vedere ancora troppo pochi "patiti" sulle tribune in "balordo" ossequio ad altri sport "maggiori" che di superiore hanno solo introiti non calcolabili ma anche tanti debiti. Sui giocatori chiederei a Teli, salvo decisione panchinara, di forzare qualche volta il suo personale ritmo, perchè il suo strenuo riconosciuto difensivismo lo condiziona sovente impedendogli colpi profondi, che pure fanno parte del suo notevole bagaglio tecnico.

Già detto del Medole, ottimo quintetto ben amalgamato con fantastica collaborazione anche dalla panchina, vorrei fare i miei applausi al al club avversario che possiede in Pierron un arma in più che potrebbe essere sfruttata meglio, visto il bagaglio del singolo e dai suoi collaboratori tutti di alto livello tecnico. Sorrisi di soddisfazioni e felicità sui volti delle gentili signore della "minicucinadacampo" che hanno smaltito tutti le riserve mangerecce e che grazie ad un "escamotage" dolce-salato di "croissants" e salamelle potrebbero aver inventato una formula vincente per propagandare lo splendido salume locale in tutto il territorio circostante. 

Foto: le formazioni - Con Franco Nodari - Il pubblico in tribuna

 

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