La turbolenta stagione del muro nell’anno “zero” della federazione

Le campionesse Alegra Settime col presidente federale Facchetti 

La foto che pubblichiamo a lato con le meravigliose ragazze “pigliatutto” dell’Alegra Settime insieme al presidente federale Edoardo Facchetti, sintetizza a suo modo la voglia di cambiare di un movimento che aveva (ha) bisogno di rinnovarsi. Non ci poteva forse essere miglior spot di queste ragazze belle, sorridenti (e vincenti) per promuovere l’immagine del tamburello che verrà. E con loro di un presidente che si è segnalato per l’attivismo e, soprattutto, per un approccio al «sistema» (inteso come federazione, società, squadre) che ha unito pragmatismo e dinamicità, capacità di analisi e grande disponibilità. Sono virtù rare, in un mondo dirigenziale che spesso mette in mostra atteggiamenti egocentrici al limite della spavalderia. 

Facchetti sta confermando di che pasta è fatto: fedele alle radici di una terra bresciano-bergamasca che ama badare soprattutto alla sostanza. E sa mantenere gli impegni presi. In questo anno il presidente federale ha «studiato» molto, compiendo anche apprezzate incursioni in mondi contigui (pallapugno) per cercare di trarre indicazioni utili alla sua missione. Che è e resta quella di rilanciare un movimento in evidente fase di involuzione tecnico-spettacolare e di seguito popolare. La Federazione ha dovuto occuparsi anche del «caso muro» col clamoroso «autogol» sui punteggi fatto dal Grazzano, che si è estromesso da solo dalla corsa per il titolo.

Intanto Facchetti e il suo staff - di cui fanno parte astigiani come i presidenti dei comitati Piemonte (Roberto Gino) e Asti (Mimmo Basso), la monalese Alessandra De Vincenzi oltre all’avvocato Roberto Caranzano, leader della commissione tecnica federale e preziosissimo «consigliori» giuridico del numero uno federale - hanno già lanciato un segnale importante, con un ritorno ad una B open più piemontese o comunque «interregionalizzata» Non siamo ancora al’optimum, ma è una prima importante indicazione di voler far tornare questo gioco ai suoi «territori vocati», senza dimenticare le esigenze di sport «moderno». Anche la tappa astigiana di domani, col presidente, è un altro passo verso un tamburello nuovo. Che vuole tornare ad essere padrone delle piazze. 




 

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