Monzeglio e quel “filo comune” di due sport in cerca di qualità

Alessio Monzeglio in versione «pallonistica»

Balòn e tamburello, la crisi degli sferisteri

Partiamo dalla cronaca. Pallapugno, playoff di serie A, prima di ritorno, martedì sera. L’Araldica Castagnole Lanze di Massimo Vacchetto (con la rientrante spalla Gianluca Busca e il polivalente Alessio Monzeglio) batte, anzi domina come da pronostico il Bubbio di Roberto Corino a Monastero Bormida: 11-4. E l’Alta Langa di Davide Dutto si «mangia» (come ampiamente previsto) la Torronalba Canalese, priva dell’infortunato Bruno Campagno e con Marco Battaglino prima e Davide Devalle poi in battuta: 11-3. 

Tambass: domenica a Montemagno il Rocca d’Arazzo dei grazzanesi Fracchia e Biletta non dà scampo ad un Moncalvo che ha nel solito Monzeglio e in Tirico gli unici veri rivali. 

Filo comune, oltre a Monzeglio: spettacoli spesso tecnicamente modesti, con pochi, anzi pochissimi, campioni veri in campo e altri giocatori francamente imbarazzanti. 

Allarghiamo ancora l’«orizzonte» sferistico. Finale di Coppa Italia di tamburello open vinta dai veronesi del Cavaion sui mantovani del Castellaro. Tutto come da pronostico: le due squadre erano ampiamente annunciate come le più forti.

E il balòn? «Costretto» a rinviare la finale di Coppa Italia, di sabato a Ceva, perchè l’assenza di Campagno sarebbe stata devastante per lo spettacolo (mancato). Per fortuna Claudio Manera (il «signor Araldica), il presidente castagnolese Mario Sobrino, il dt Gianni Rigo, oltre naturalmente allo stesso Max Vacchetto (campione vero di rara intelligenza) hanno rimediato allo «sconcio» di una finale fantasma e con la classe dei grandi hanno accettato lo spostamento di data al 16 settembre. Ma, ve lo assicuriamo, conoscendo i protagonisti, sarebbe stato lo stesso a situazioni invertite: il notaio Vincenzo Toppino, patron della Canalese, il ds Sacco, lo stesso Campagno (altro ragazzo d’oro del balòn) avrebbero accettato a loro volta il rinvio in caso di indisposizione di Vacchetto.

E allora, qual è la morale? Che i due sport (anzi due e mezzo perchè il tambass a muro vive in una realtà un po’ ibrida) continuano a dimenarsi tra alchimie di formule, punteggi, campionati che partono alle soglie dell’inverno per trascinarsi per settimane, mesi, stagioni spesso stancamente e inutilmente.

La verità è la frequente assenza di spettacolo. Che viene assicurato: nel balòn dal duello Vacchetto-Campagno, nel tambass (torneo solo monferrino, è bene precisarlo) nello scontro tra quattro-cinque squadre (ed è già un lusso di questi tempi), nel tamburello open (come detto) di fatto da due squadre. Tutto il resto è (grande) noia, o quasi.

Ogni tanto ci scappa magari la partita più equilibrata e allora si grida al «mezzo miracolo». Ma la realtà degli sferisteri oggi è questa. E non serve arrovellarsi sulle regole: servono i campioni. E lo spettacolo va ripensato. Lo abbiamo già detto tante volte. Il problema è che la gente se n’è accorta da tempo. E, semplicemente, non va più alle partite. 

Corino prova a resistere. Vacchetto gli lascia 4 giochi

A San Benedetto Belbo tutto facile per Dutto con la Canalese

Aldo Scavino (La Stampa)

Tutto secondo pronostico nella prima giornata di ritorno dei playoff della serie A di pallapugno-«Trofeo Araldica». I due incontri in programma sono terminati con i risultati previsti, confermando le previsioni della vigilia. 
A Monastero Bormida Roberto Corino (Bioecoshop Bubbio), che nell’incontro d’andata a Castagnole Lanze era stato sconfitto da Massimo Vacchetto (Araldica) per 11-1, ha offerto una resistenza maggiore, ma il risultato non è stato molto diverso. Vacchetto ha vinto per 11-4 (8-2 a suo favore al riposo) senza forzare. Nella squadra di Castagnole ha giocato uno «scampolo» di partita anche Busca, al rientro dall’infortunio. 
Non c’è stata storia neppure nell’incontro di San Benedetto Belbo. Davide Dutto (Clinica Tealdo Scotta) si è trovato di fronte la Torronalba Canalese priva di Campagno; in battuta si sono alternati Battaglino, Cavagnero e Devalle che non hanno potuto ovviamente resistere agli avversari: 11-3 il punteggio con il quale si è concluso l’incontro già chiaramente orientato all’intervallo (8-2). 

Coppa Italia a Ceva

L’attenzione si sposta ora su Ceva dove sabato e domenica si disputeranno le finali di Coppa Italia di tutte le categorie, esclusa la serie A. La sportività di Massimo Vacchetto e dell’Araldica («Che finale sarebbe stata senza Campagno», hanno detto un po’ tutti nel clan castagnolese) ha permesso alla Federazione di spostare la data al 16 settembre per consentire il recupero del canalese. Al posto della finale maggiore sabato a Ceva si giocherà una partita al «cordino» (una variante della pallapugno classica: si gioca con una rete al centro del campo che deve sempre essere superata dalla palla).

Nella B

Primi risultati della seconda fase anche in serie B. Nei playoff brillante partenza di Barroero (Morando) e Gatti (Surrauto) che hanno battuto rispettivamente Torino (Acqua S. Bernardo Brebanca) per 11-4 e Fenoglio (Bcc Pianfei) per 11-7. In classifica guida sempre Barroero con 23 punti davanti a Gatti (22); più staccati Fenoglio (19) e Torino (17).
Nei playout facile successo di Gatto (Alfieri Montalbera) per 11-1 su Panero (Credito Cooperativo Caraglio) e colpaccio di Levratto (Bormidese) che ha espugnato il campo di Dogliani nel quale ha sconfitto Burdizzo (Virtus Langhe) per 11-8. In classifica Burdizzo guida con 15 punti, ma Gatto si è avvicinato a 14, con Levratto a 12 e Panero a 10. Stasera a Dogliani si apre la seconda giornata con Burdizzo-Panero. 

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