Marostica: la sportività che non dimentico

ECCO 2 ESEMPI REALI DI CIO’ CHE INTENDEVO PER SPORTIVITA’ ED INDIPENDENZA DI GIUDIZIO

Buongiorno a tutti

Visto che la lettera a Panu & Mauro è diventata pubblica, vorrei citare 2 esempi reali di ciò che intendevo per sportività ed indipendenza di giudizio, ahimé molto lontani dai tempi e dalla mentalità attuali:

  •          1977 (!!!!):  Finale del Tamburello d’Oro tra Casale (Capusso, Cassullo, Bonanate, Cerchio, Artuffo e Beppe Tirone) e Cremolino (Scattolin, Marostica, Malpetti, Negro e Pareto). Già a vedere l’anno e le formazioni mi viene male, ma veniamo ai fatti. A quei tempi non si poteva rientrare in campo dopo un cambio, ma il Casale fece giocare Beppe nel primo trampolino per sfruttarne le grande battuta con palle nuove e poi lo sostituì con un altro giocatore. A metà partita, Capusso fu costretto ad uscire per uno strappo all’inguine: da regolamento federale, il Casale avrebbe dovuto finire la partita in 4, con ovvia delusione degli oltre 2.000 spettatori paganti (ed anche mia, che desideravo ardentemente vincere, ma non contro una squadra incompleta). Ma seguendo invece il buon senso e la sportività che oggi invoco, il Presidente del Cremolino acconsentì a far rientrare Beppe. La partita finì tra gli applausi e nessuno tra Società, spettatori e giocatori  si sentì defraudato, anzi.
  •          1991, Torneo Muro. Il Montemagno, che l’anno prima con l’introduzione dei punteggi aveva dovuto disfare la squadra campione, chiese una deroga al Comitato (non c’era Federazione allora) per schierare Quasso (classificato come mezzovolo con punteggio più elevato) come terzino al largo al fianco di Viotti, argomentando che la differenza l’avrebbero fatta gli uomini di fondo (Medesani e Marostica in quel caso, così come adesso la fanno Fracchia, Biletta, Monzeglio e Tirone). Il Comitato ascoltò, capì ed approvò in una sera. Il Montemagno vinse il suo secondo Torneo in finale sul Vignale di Natta, ma ne’ Fulvio ne’ nessuno tifoso fece polemica a posteriori sui punteggi: la squadra che aveva giocato meglio la finale aveva vinto, punto.

Quello che voglio dire è che i punteggi, così come tutte le regole, non sono le Tavole della Legge dettate a Mosè da Dio, da seguire ciecamente: sono stati creati per rendere il Torneo più equilibrato e dare più chances a squadre che non hanno un vivaio ricco come il Grazzano e quindi basati sui concetti base della sportività, non della burocrazia.

La stessa sportività ci insegna anche che dev’essere il migliore sul campo a vincere: tutto il resto passa in secondo piano.

In conclusione: non sta a me dire se il Grazzano debba essere escluso dalle finali o no.

La mia opinione, per quello che vale è che debbano essere le Società (e non la Federazione) a discutere e decidere, basandosi sui fatti e sui principi fondanti dello sport, e non sul regolamento dell’Agenzia delle Entrate.

Scusate la prolissità, ma è un argomento che mi sta a cuore.

A presto

Giancarlo

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