I campioni della pallapugno nella fossa dei leoni aleramica

Domenica a Moncalvo la sfida tra Corino (Bubbio) e Paolo Vacchetto (Spigno).

Suggestivo confronto in uno degli sferisteri monferrini del mito. Ingresso benefico

Il pallone a bracciale protagonista unico da metà Ottocento al termine della seconda guerra mondiale, il tambass dagli Anni 50 del secolo scorso ai giorni nostri. La storia della sferistica moncalvese si concede una nuova parentesi a 37 anni dalla prima partita di pallapugno e annuncia un secondo grande evento con la partitissima di domenica 26 nella «fossa dei leoni». Una disfida speciale sia per la caratura dei contendenti che per la finalità benefica a favore della «Fondazione per la ricerca fibrosi cistica». Non a caso s’intitola «Una partita per il respiro» la sfida con inizio alle 15 tra la Bioecoship Bubbio e l’Araldica Pro Spigno. Due quadrette di primissimo piano di cui la prima, guidata dal pluricampione d’Italia Roberto Corino affiancato da Drocco, Buffa e Vincenti, affronterà la promessa e figlio d’arte Paolo Vacchetto (fratello di Massimo) con la spalla Amoretti ed i terzini Marchisio e Rivetti. 

Monzeglio «regista»
Organizzano il Comune, il Bar «del Moncalvo» e, per la Tamburellistica moncalvese, il capitano Alex Monzeglio, polivalente capace di dare spettacolo anche nel balòn. La partita (ingresso libero), si svolgerà su un campo dalle metrature tamburellistiche con la sola variante del trampolino di battuta, spostato a fianco del muro. I giocatori e l’arbitro decideranno sul momento se tenere valida la battuta alla torre. Era 25 agosto del 1980 quando il professor Remo Gianuzzi, il maggior storico degli sport sferistici, portò a Moncalvo due quadrette juniores capitanate da promesse come Paolo Voglino per Castagnole Lanze e, alla testa del Canale d’Alba, da Giorgio Vacchetto, papà di Paolo e del campione italiano in carica Massimo. Vinse 9-7 la formazione roerina davanti a 200 spettatori. La storica partita era valida per il «I° Trofeo Città di Moncalvo», che non ebbe un seguito a parte una singolare appendice. Nel settembre del 1981 l’albese ed ex arbitro di serie A di pallone elastico Gian Franco Cavallotto (assicuratore con ufficio a Moncalvo) organizzò una partita tra il Castagnole Lanze, ancora guidato da Voglino, e il Grazzano, che perse 11-1 nonostante l’impegno profuso da Arturo Ferraro e Felice Negro. Anche in quell’occasione Gianuzzi ripetè l’esortazione «la storia locale non può prescindere dalla vita degli sferisteri, autentici monumenti consacrati da secoli di gagliarde competizioni». Il grande storico aggiunse: «Dipende dal nostro impegno se queste arene potranno ancora contare nella storia presente e futura del Monferrato». Le altre tre arene che da un secolo e mezzo compongono il quadrilatero monferrino astigiano della sferistica sono Castell’Alfero, Montemagno e Portacomaro. 

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