"Vorrei festeggiare i miei primi 40 anni con lo scudetto"

DAVIDE TIRONE. Il capitano del Montechiaro si racconta a pochi giorni dall'inizio del torneo a muro di tambass " (foto di Sergio Miglietta)

Davide Tirone non ha dubbi e fin d'ora sa cosa vorrebbe in dono per il suo compleanno. Il prossimo 26 settembre festeggerà quarant'anni e nella stessa data si disputerà la finale della serie A di tamburello a muro. Ecco un biglietto per la finale ma non da spettatore. «Sembra un segnale e non sapete quanto vorrei essere in campo a sudare per lo scudetto, per poterlo regalare a me ma anche e soprattutto al mio paese così come a mio padre e mio zio, che ci hanno provato in tante finali, purtroppo invano» esordisce così il fondocampista di Montechiaro e capitano della Pro loco Montechiaro. Una tra le più accreditate delle otto concorrenti al massimo campionato dei bastioni 2021 che scatterà il 2 gennaio e che vedrà l'atto finali slittare dai canonici primi giorni di agosto alla porta dell'autunno.

Che campionato sarà?
«Molto competitivo. Sono in tanti ad aver voglia di iniziare e lo si potrà fare anche con la presenza del pubblico parte fondamentale di tutto il movimento. La preparazione non è potuta essere regolare con chiusura di palestre e difficoltà di spostamenti ed inaccessibilità delle piazze. Ma ci stiamo allenando tanto e bene».
Superato anche un infortunio.
«Sono stato fermo venti giorni per un problema che rischiava di essere serio ma esami approfonditi mi hanno ridato il sorriso, dopo la tanta preoccupazione».
Quali le favorite?
"Vignale e Grazzano un gradino sopra le altre. Finaliste annunciate forse, ma noi siamo una squadra che sta crescendo di condizione e gioco. Spero che sapremo dare fastidio e metterci tra di loro. Ma attenzione a tutte le altre come Montemagno, Calliano e Casa Paletti Tonco. Insidiose saranno pure le trasferte a Castell'Alfero, con lo stratega Nuccio Demaria pronto a fare scherzi, come a Portacomaro".
Battesimo non facile.
Il 2 giugno andremo subito a Montemagno e sarà durissima contro una formazione attrezzata. Un capo che nelle precedenti stagioni ci ha dato più di un dispiacere».
Ma è un Montechiaro differente.
«Abbiamo un Arrobbio in più. Davvero forte. La società ci ha messo nelle migliori condizioni. Sono loro i veri appassionati, dirigenti che tengono alto il prestigioso del muro ancora più dei giocatori. Senza di loro e degli organizzatori non ci sarebbe nessuno spettacolo».
Ed in campo tanta amicizia.
«E' un onore avere alle spalle Stefano Panzini, campione e giocatore che da piccolo ho sempre ammirato ed al quale mi sono ispirato. E poi Tirico, Cestari, La Pia e Filomena c'è un rapporto decennale di amicizia che saprà rendere meno aspre le difficoltà». 

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