Il Grazzano riconquista la Coppa Italia

Il tamburello ha regalato ai fans del tambass una Coppa Italia entusiasmante riuscendo ancora una volta a portare il pubblico delle grandi occasioni sullo sferisterio di Portacomaro dove si sono affrontate secondo copione le prima 4 formazioni meglio piazzate al termine della regular season.

Gli scontri tra la prima Grazzano e la quarta Moncalvo e tra le seconde/terze Tonco - Montechiaro ha visto ancora una volta in finale il Tonco,  già vincitore lo scorso anno contro ogni pronostico. Grazzano e Tonco, dunque, ai nastri di partenza.  La partita, scriviamolo subito, è stata bellissima, sottolineata dagli apprezzamenti e dai continui applausi dei tifosi accorsi da ogni parte del Piemonte ed oltre. Si è rivista l'attualità di uno sport che sa unire, piangere, gioire ma soprattutto entusiasmare anche gli scettici ed i restii alle emozioni. Il tamburello, come già nella finalissima di Vignale, ha dimostrato come solo il campanilismo vero e nostrano è in condizione di offrire quelle energie che sono la linfa vitale per la sua sopravvivenza, il rapporto del tam tam porta a porta che coinvolge e stimola a tifare sia per l'una che per l'altra squadra, qualunque esse siano.  

Cielo nuvoloso ma senza pericolo di pioggia e clima fresco, ventilato ma non troppo: l' ambiente ideale che nessun coreografo avrebbe mai immaginato e trattandosi di una gara nazionale dopo l'ingresso e lo schieramento in campo delle formazioni viene eseguito l'"Inno di Mameli" naturalmente da Eugenio Valle e la sua inseparabile tromba, in un silenzio assoluto che fa sempre salire un groppo in gola. Poi il lungo applauso ed il via. Parte forte il Tonco e il primo cambio è 2 a 1: per il resto vi invito a leggere il succedersi degli avvenimenti sulla pagina di Luigi Musso che forniva i punteggi e situazioni in tempo reale.

Alla fine ha vinto il Grazzano ma il Tonco non ha affatto demeritato, impegnando allo spasimo gli avversari sino sul 12 pari: poi la fuga fino al 18 che di fatto chiudeva la partita. Un piccolo particolare non è sfuggito ai presenti: le battute di Luca Stella tipiche di un mito di Portacomaro, Gianni Gambaruto, che incantava gli spettatori con traiettorie altissime chiamate poi da tutti "palleluna": una chicca tra le tante cose belle che i giocatori ci hanno fatto vedere nelle 3 ore di gioco, fuggite via velocemente tra commenti, approvazioni, rammarichi e sfottò in un affresco genuino degno della miglior tradizione di questo nobilissimo sport.

La speranza di tanti estimatori è quella di vedere il prossimo anno tante gare come questa finale di Portacomaro, un paese votato al tamburello, che ha preparato minuziosamente la manifestazione, grazie all'impegno solerte e continuo degli addetti ai lavori. Grazie infinite a tutti per lo splendido pomeriggio vissuto in sana ed autentica armonia sportiva. 

Didascalie - Luca Stella: si son riviste le "palleluna", Campioni doc sullo sferisterio, momenti della premiazione
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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