PARLA IL PATRON DEL GRAZZANO ALESSANDRO REDOGLIA: "Guai a restare fermi un altro anno".
«In campo per il bene e l'amore del tamburello. Esserci ed interrompere il lungo silenzio sulle piazze sarà la prima vittoria. Non per chi arriverà per primo ai 19 giochi ma di tutti». Alessandro Redoglia, il presidente più vincente nella storia del "tambass" confermato alla guida del Grazzano, interviene alla vigilia di quella che vuole essere la stagione della ripresa sotto i bastioni della serie A muro. «Faremo di tutto per togliere il condizionale e le gare tornino realtà. Non sarà facile, sono consapevole di obblighi, disposizioni e di quanto potrebbe essere strano pure giocare senza pubblico» prosegue il massimo dirigente aleramico. «Non sono ovviamente contento della situazione, chi lo è?. Per questo comprendo bene quei dirigenti di altre società che manifestano riserve e legittimamente faranno un passo indietro. Ma rinunciare alla ripresa dell'attività sarebbe ancora più dannoso per i già precari equilibri nel nostro movimento. Dopo un secondo anno senza giocare non so cosa ci porterebbe al 2022». Decisione assunta dalla commissione nelle varie riunioni, in presenza e via streaming. «La scelta è stata innanzitutto interna: condivisa con la dirigenza ed ancora prima coi ragazzi, consapevoli che lo slittamento della competizione poteva creare loro qualche problema di lavoro. L'unanimità ci ha fatto partire, rispondendo presente a qualsiasi formula di torneo si concretizzi». E aggiunge: «Se siamo giustamente orgogliosi di fregiarsi di un titolo nazionale, ne assumiamo anche l'onere. Sfruttiamo questa opportunità premiando il prezioso lavoro dietro le quinte di persone come Mimmo Basso, Roberto Caranzano od Alessandra De Vincenzi nel predisporre un apposito protocollo calibrato sul nostro sport». «Occorrerà massima attenzione nel rispetto delle regole sul campo. Ma ci si dovrà sottoporre ai test prima di ogni gara. La dirigenza si è organizzata. Impegni e responsabilità che ci assumiamo consapevoli che dietro di noi c'è anche un intero paese che condivide questa scelta. Lo sport a Grazzano è solo il tambass». E sull'assenza di pubblico: «Si spera che le condizioni possano portare a riaprire le piazze, ma anche se sarà a porte chiuse è fondamentale che si torni a giocare. Così si scrive, si parla al bar, se ne discute anche sui social. E' linfa vitale per un movimento che altrimenti rischia di atrofizzarsi. Paradossalmente penso che sia più giusto chiudere a tutto il pubblico piuttosto che limitare l'accesso a pochi, col rischio di scontentare la maggioranza». Infine una battuta sulle amichevoli: «Abbiamo sostenuto alcuni allenamenti ma una volta entrati in zona rossa abbiamo preferito stopparci. E' una questione di rispetto visto che il nostro campo è la piazza, non mi sembrava giusto giocare quando a tutti si chiede di stare in casa».