Franco Capusso: i primi 71 anni del "Bombardiere"

I primi 71 anni del "Bombardiere"
Il portacomarese Franco Capusso domani festeggia il compleanno
La foto che vedete pubblicata a corredo di questo pezzo simboleggia, a suo modo, un pezzo di storia del tamburello e una grande rivalità da strapaese. Con il portacomarese Franco Capusso - che domani, 8 gennaio, festeggia il suo settantunesimo compleanno - c'è Sandro Vigna, patron del Castell'Alfero entrato nella leggenda di questo sport con i due scudetti 1970-72. Portacomaro e Castell'Alfero, uniti e divisi dal tamburello: verdi contro azzurri e tanti campioni (dal «mancino» Verrua a Celeste Ponzone tra i verdi portacomaresi e da Franco Calosso a Ermanno Pentore tra gli alferesi). Quanti ricordi, quante battaglie sportive anche nei giorni solenni delle feste patronali. E a Portacomaro cresceva il talento di «Capussone», allevato a pane, tamburello e caccia dal padre Carlo. Che ebbe appena il tempo di vederlo sbocciare campione a livello giovanile, prima di lasciare per sempre le terre della giovinezza di Franco. Con quel fisico e quel colpo (tra i più devastanti nella storia del tamburello) non ci voleva molto a predire un abbagliante avvenire per il ragazzone che correva i 100 metri sotto gli 11 secondi e per questo venne selezionato, in epoca di «leva obbligatoria», a far parte del Centro Sportivo Esercito. Fantastico atleta, Capusso, talmente generoso a volte da sfinirsi sul campo: 15 stagioni in A, lo scudetto nell'Ovada del mito (con Cerot Marello, Bonanate, Chiesa, Scattolini, Arata) e poi ancora straordinario protagonista a muro, col suo Portacomaro, da giocatore prima e allenatore poi. Difficile raccontare ai giovani chi fosse Capusso e quali e quanti fenomeni abbia avuto la buona ventura di incontrare. C'erano Cerot e Bonanate, Montresor e Tezza, Pagani e Perina, i Policante, i Biasi e Malpetti. E un certo Renzo Tommasi. E gli emergenti Petroselli e Dellavalle, Sandro Ferrero, Marostica, Medesani. Persino, agli inizi, l'«ultimo» Mara, il «magnifico» re degli sferisteri. Capusso ha vinto e perso, dominato e a volte deluso. E' stato un combattente ineguagliabile, un tuono, un rombo di tempesta che squassava e divideva il tifo. Ora alleva e addestra cani da caccia con lo stesso gusto della competizione. Una passione infantile coltivata negli anni. Come a seguire la scia indicata da quel padre amato e perduto troppo presto. Auguri, campione di un tempo talmente bello da sembrare sogno.

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