Elio Prette, un protagonista in campo e nei social

 
Elio Prette (in maglia nera) nell'abbraccio con gli amici bergamaschi alla Roncola di Treviolo
 
ELIO PRETTE, DA PROTAGONISTA CON I CAMPIONI AD ANIMATORE SOCIAL
 
Ci ricorderemo di questo periodo in cui gli amatori si sono fatti carico di portare avanti la passione
 
Per uscire dall’inerzia arriva la proposta di Elio Prette di un torneo alla baraonda nello sferisterio di Vignale, quello meglio attrezzato ed il primo ad aprire agli allenamenti della quotata società locale, con protagoniste quattro squadre allestite da una lista di venti atleti estratti a sorte rispettando il ruolo di appartenenza (quattro battitori, altrettanti rimettitori e mezzovoli ed otto terzini). «E’ solamente un ipotesi, infatti questa competizione dovrà necessariamente essere avallata e presa in considerazione dai presidenti delle società nonché dal comitato federale oltre ad essere soggetta dalle eventuali restrizioni. Sono certo che il pubblico, qualora avesse accesso allo sferisterio, ne sarebbe entusiasta» rassicura Prette incuriosito dal poter valutare dei giocatori tipo Arrobio o Forno messi in un altro contesto da rivelare l’esatto peso specifico.
Elio Prette originario di Cunico classe 1953 sposato con Rossella, due figli Andrea e Alice e due nipoti Nicolò e Sofia, macellaio a Torino dove arrivò ai tempi d’oro a gestire ben 5 negozi. Una passione conclamata per i funghi e la montagna col buen retiro a Sauze di Cesana. A 14 anni impugna il tambass e venne notato e convocato da Oscar Bonasso nelle giovanili. Ha giocato fino al 1979 a libero prima della svolta  quando nonostante le richieste di Settime e Nizza ha ceduto al corteggiamento di Grana a muro vivendo il periodo di massimo splendore con il poker di scudetti dal 1980 all’83 con Emilio Medesani, Maurizio ed Ivano Monzeglio, Adriano Caneva, tecnico il compianto Pierangelo Capello. Con l’amico fraterno Medesani l’inizio non fu incoraggiante finendo subito a rapporto da Pino Amelio dopo il primo passo falso. Superate le difficoltà è nata l’amicizia indissolubile dentro e fuori dal campo. Restò a Grana altri due anni con Massimo Cussotto, nel 1985 la finale col Montechiaro di menomato Paolo Quilico persa contro il Grazzano, a seguire Moncalvo e Rocca con Osvaldo Mogliotti e Mauro Balliano.
Rifugge dall’appellativo di campione conscio di sapere dove poter arrivare con  i propri mezzi e limiti ma con la fortuna di aver giocato insieme ad atleti straordinari. Se oggi ha la nomea di aggregatore e testimonial di una passione allo stato puro non è sempre stato così tarpato in passato dallo spirito anarchico e contestatore avendo smesso, causa lavoro, e ripreso parecchie volte sempre meno insensibile ai richiami dello sferisterio.
Nel 2000 torna a libero nella sua Cunico, poi Calliano, Torino a garantire il numero legale e facendo di recente trapelare l’insoddisfazione nonostante gli sforzi di riuscire a tramandare la tradizione. Nel 2004 Medesani lo richiama in corso d’opera per salvare il Montechiaro Grandi dal tracollo. Debutta dietro col primo successo a Grana e poi passa terzino dando un piccolo ma essenziale contributo per una delle vittorie più clamorose che la storia dello sport ricordi.
Negli ultimi anni Elio viene ricordato ed apprezzato per la sua attività social da attento e pungente animatore col gruppo facebook “Tamburellisti pazzi” nato con lo scopo di colmare un vuoto informativo e ristabilire i contatti tra le varie realtà sferistiche forte del suo passato da giocatore tra i campioni e del presente nel dibattito tra appassionati. Essendo diventato un gruppo di lettura con pochi interventi dei soliti irriducibili chiude il gruppo e dalle ceneri nasce “Amici del tamburello” un gruppo meno numeroso ma più vivace rispettando i valori fondanti che da sempre contraddistinguono la nostra passione. Dall’attivismo social a quello sui campi trainando con gli amatori la ripartenza sui campi nella speranza che si aggreghino pure i protagonisti più attesi.

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