Marostica: "La rinascita passa per il recupero delle piazze storiche"

Biletta e Pavia nel test del Calliano.

La ricetta dell'ex campione Giancarlo Marostica "Spopolamento dei paesi e spese di gestione incidono".

Il tamburello vuole tornare a giocare. Come e quando restano ancora domande senza risposta. Ad esempio a Portacomaro martedì sera è tornato ad allenarsi sulla piazza. Ma di gare ancora nessuna indicazione. Nel frattempo si avanzano alcune proposte affinché la stagione sferistica 2020 non passi lasciando campi e piazze silenti.
Tra queste quella a firma di Giancarlo Marostica che fa il punto sullo stato di salute della disciplina provando a condividere idee per il futuro, definendo con maggior chiarezza i ruoli dei vari protagonisti (società, federazione, giocatori e appassionati). «Penso tutti siano d'accordo sul fatto che il tamburello di oggi non sia che una pallida ombra di quello che fu neanche tanti anni fa» interviene l'ex campione open e muro. «Anche sulle cause principali ci sono pochi dubbi: spopolamento dei paesi, moltiplicazione delle spese di gestione, nuove opportunità di divertimento e sport per giovani. Dobbiamo quindi rassegnarci ad un lento declino, continuando a fare ciò che stiamo facendo? Personalmente, credo che un gruppo di persone disinteressate ed appassionate possano sempre fare qualcosa ed in alcuni casi cambiare la storia. Prendiamo il Torneo del Monferrato: nei primi anni '60 in Piemonte non si giocava più, poi sono arrivati Bonasso, Fracchia, Vigna solo per citare i più noti e c'è stato un rinascimento. Certo le condizioni al contorno erano diverse, ma come detto prima, cambiare qualcosa, magari sbagliando sempre in buona fede, è meglio che aspettare di morire dissanguati».
Il punto di partenza per Marostica è che in momenti di crisi ci si concentri su pochi obiettivi chiari e condivisi. Ognuno ha le proprie e legittime idee quelle dell'appassionato ex giocatore e ora dirigente sono ad esempio recuperare piazze storiche, come Ovada, Grillano, Basaluzzo e Rocca d'Arazzo, dove la passione cova ancora sotto la cenere. Vista la sospensione dei campionati nazionali si potrebbe organizzare ad Ovada un nuovo Torneo di Ferragosto (o più tardi) con quattro squadre di muro e altrettante open. Marostica va oltre «rivedere la formula attuale dei punteggi, che partita con l'ottima idea di rendere più difficile il dominio delle solite grandi squadre (in realtà una), nella pratica non ha cambiato nulla se non costringere le società a mutare organico ogni anno. Non entro nel dettaglio che è compito della Federazione (e dei presidenti, a mio avviso), ma in generale farei sconti di punteggio a giocatori under 21 e residenti, per favorire squadre giovani e locali, e ricalcolerei i punti ogni tre anni, per consentire un'ampia pianificazione tecnica e finanziaria». Ecco poi l'idea di abbracciare open e muro, un girone piemontese con 10-12 squadre di serie A e 8 di B, con promozioni e retrocessioni. «Formula che smuoverebbe acque ormai stagnanti e consentirebbe il recupero dell'Alessandrino, con risparmi notevoli per chi ora partecipa alle massime serie open e poche spese aggiuntive per il muro. Dal punto di vista sportivo darebbe un grande stimolo, mentre da quello tecnico non farebbe scendere di molto il livello, dato che quasi tutti i giocatori piemontesi ormai si dilettano a libero come muro» conclude Marostica.

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