Marletto in campo nella finale [foto Sergio Miglietta]
Il mondo del tambass ha ancora ben impresso nella mente le immagini della finale tricolore vissuta domenica al «Porro» di Vignale. Il migliaio di spettatori presenti nello sferisterio alessandrino rappresenta un numero quasi doppio rispetto a quanti assistettero alla sfida dell'edizione precedente. Identici erano due dei tre nomi visto che si giocò a Montemagno con Grazzano allora opposto al Moncalvo. Addendi poco differenti ma identico risultato con la festa ancora tutta a tinte giallonere. Significativo incremento di oltre il 20% rispetto anche alla sfida scudetto del 2017, ultima a giocarsi nell'impianto monferrino (di fronte vi furono Moncalvo e Montechiaro). Ma dopo la festa i big del tamburello a muro sono tornati lavoratori. E' il caso di Maurizio Marletto a cui il Grazzano da due stagioni affida la prima pallina. Battitore diventato campione su piazza Cotti a fianco di «Re» Vittorio Fracchia. Secondo successo consecutivo con ultimo che lui definisce «pazzesco». C'è tanto del suo nel campionato quasi perfetto del Grazzano «abbiamo sbagliato solo tre partite in tutto. Se lo scorso anno siamo arrivati di rincorsa, quest'anno gli occhi erano subito su di noi visto che in testa ci siamo stati praticamente sempre. Una pressione diversa ed all'inizio davanti a mille persone qualche emozione c'era». Ha aperto la gara con un fallo (merce rara per lui) ma ha chiuso ricacciando ogni pallina nella metà campo avversaria, recuperando tutto o quasi. «La vittoria ha una dedica per la fidanzata Alessia ma anche tanti ringraziamenti alla mia famiglia. Senza il loro aiuto non potrei dedicarmi così tanto al tamburello . Mi permettono di sudare sul campo e non faticare troppo nei campi» ironizza Marletto, impiegato nell'azienda agricola di Tonco.