L'EX CAPITANO DEL MONTEMAGNO MASSIMO SAVIO [foto Sergio Miglietta]
«Onore a Massimo Savio, il miglior terzino che mi potessi trovare di fronte» parola di Andrea Andrin, ruolo terzino. Non è circostanza ma il reale riconoscimento ad una prova finale impeccabile da parte del dirimpettaio rivale al cordino. L'esperto Andrin è una sorta di porta fortuna nelle finali (sei vittorie su sei) ed a Grazzano è tornato questa stagione ad indossare la fascia di capitano con cui aveva già conquistato altri scudetti sempre difendendo la maglia aleramica. Con Savio duello serrato e leale ed alla fine opposti sentimenti. Quello che è stato unanimemente riconosciuto dell'intero torneo si trova a mani vuote. Savio vive a Montemagno e da terzino ha messo a frutto della propria squadra anche l'esperienza maturata da mezzovolo. Non c'è il dato certo ma domenica almeno una ventina le pallina schiacciate a terra col suo tamburello Cobra. Freddezza, abilità e tecnica. A metterli in fila i suoi "15" sono valsi da soli quattro-cinque giochi (11 quelli a referto per Montemagno). «Siamo calati non arresi - esordisce Savio - ovviamente troppo per riuscire a tenere testa al Grazzano che aveva rialzato testa e pallina. Fanno piacere i complimenti personali ma non riesco ad apprezzarli appieno dopo questo epilogo. Anche di parole me ne escono poche». «Sono quelle occasioni che capitano raramente e vederle sfumare lascia un grande vuoto. Dietro siamo stati troppo molli» prosegue. «Quanto ci tenessi lo si è visto per quanto ho cercato di spronare i compagni e quando, per frustrazione, ho gettato il tamburello a terra. Mi spiace e chiesto subito scusa. Speravo di sollevare il trofeo mi trovo con un cartellino giallo» conclude il terzino. «La rivincita nella Coppa Italia? Oggettivamente adesso non ci penso proprio, troppa la delusione da metabolizzare. Onestamente era questa la partita che contava».