Grazzano, un altro trionfo annunciato

Marletto incanta nella squadra degli "invincibili". Giudizi discordanti sulla finale e sui protagonisti

NUOVA PERLA DEI CAMPIONI IN FINALE: FINISCE 19-11 [foto Giulio Morra]

Tredici volte Grazzano. Niente schedina ma la dura legge dei bastioni che premia ancora gli aleramici. Lo ha fatto dopo 165 minuti di scambi vissuti al «Cesare Porro» di Vignale che hanno caratterizzato la finale contro Montemagno (19-11). «Tra le finali più brutte» azzarda qualcuno, altri meno critici «ha vinto chi si sapeva, ammirando bei colpi solo a tratti». «Spettacolo allo stato puro. Grandi giocate e giocatori» ed ancora «Match niente affatto noioso grazie ad interpreti di livello che il meglio hanno offerto a fasi alterne» aggiungeva il pubblico a ridosse delle curve. Prospettive e visuali differenti regalano anche opinioni opposte tra i circa mille spettatori che si sono dati appuntamento per condividere la prima domenica d'agosto nella partita più attesa della stagione del tamburello a muro. L'andamento è conosciuto. Accellerazioni e rallentamenti. Ne ha subito di più Grazzano (2-1 e 4-2) manca il 6-2 ed il minuto del Montemagno è salvifico per portare ad un parziale di 5-0 che vale il sorpasso 7-5. Ma il punto dopo la palla di Andrin decide il 40 pari ed il pareggio arriva subito dopo ai 7 games. Sarà l'ultimo visto che il 7 accompagna il tabellone del Montemagno come una zavorra mentre a girare veloce è quello degli avversari fino al punto 12. Parziale di 7-0 che segna il match ed il morale biancorosso anche se arrivano l'uno-due per il parziale 12-9. Il trampolino netto raddoppia in poco tempo il divario (15-9). Grazzano subito a 16 e poi altri due punti in battuta dei rivali ovvero gli ultimi (16-11). Portatisi alla prima pallina gli aleramici lasciano complessivamente cinque "15" prima che la festa possa iniziare.
Il primo "15" dell'incontro era stato un fallo di Marletto (rarità stagionale), l'ultimo di Molino. Forse in queste due annotazioni puramente statistiche si riesce a leggere molto della finalissima. «Tanti falli più che colpi costruiti e messi a segno. Chi ne ha commessi meno alla fine è stato premiato» commenta Bruno Porrato. Non è la sola opinione del tecnico tonchese che con Casa Paletti in finale il match sarebbe stato più equilibrato. «Certamente sarebbe durato di più grazie al maggior palleggio» ironizzano altri. Vale tutto ed il suo contrario nel post partita. Restano invece alcune scommesse che da occhi attenti ed esperti sono giunte dalle piazze di Moncalvo e Portacomaro ed indicassero una bottino per il Montemagno tra 10 e 12 giochi. Ma anche se il tamburello va ormai in tv non è ancora quotato sulla lavagna delle scommettitori. «Avvio contratto e Arrobio ha aiutato i suoi a stare davanti. Ma appena il duo Marletto-Fracchia è tornato sui consueti livelli la gara è stata segnata. Grazzano ancora una volta ha dimostrato di essere la società in assoluto più organizzata e più attenta. La presenza di Emilio Medesani in panca ne è dimostrazione. Però che bello vedere così tanto pubblico» il commento del coach Gianni Maccario, selezionatore giovanile ed alla fase nazionale col Tigliole nella C open.
Concorda con lui l'ex campione Elio Prette: «Montemagno spreca la possibilità dell'8-5 e spegne la luce. Da Botteon ci si aspetterebbe di più. Molino non è apparso in condizioni perfette, peccato non abbia provato a chiedere il cambio. Note positive da Stracuzzi e dal cecchino Savio. Nel Grazzano ottimo Arrobbio e solo da metà partita si è rivisto il vero fondocampo dei campioni, ad avversario ormai rassegnato. Nel pagellone delle finali vissute: da 1 a 10 voto 6». Tra analisi e scommesse c'è spazio anche alla scaramanzia . Per il Montemagno Andrea Costanzo dovrà cambiare i variopinti calzini «questo è certo. Ci abbiamo creduto, ma non fino in fondo. Ero consapevole che sarebbe stata dura dopo aver visto già in allenamento che questo campo non ci avrebbe aiutato. Su un'altro fondo chissà se sarebbe finita allo stesso modo?». Domanda che non trova risposta neppure nel "collega" e grazzanese Fabiano Penna che ha indossato il tutore alla gamba sinistra che lo accompagna in tutti i successi da allenatore «sette scudetti in campo, ma otto nel cuore». 

È il sigillo numero 13 e il settimo scudetto negli ultimi otto anni 

Grazzano apre e chiude l'albo d'oro del muro che ha scritto la pagina numero 44. Storia iniziata nel 1976 e primo vincitore proprio il paese ultimo trionfatore. In tutto sono tredici i titoli di un campionato che dal 2008 assegna anche lo scudetto di specialità. Nulla da fare per Montemagno che resta al secondo posto forte di un pokerissimo di successi (ultimo nel 2000) tanti quanti Vignale e Moncalvo. Sono quattro invece le vittorie del Castell'Alfero come dal Portacomaro, senza dimenticare quelli del Grana (consecutivi tra 1980 e '83) . Consecutivi pure i tre trionfi del Tonco (dal 2006 al '08). Uno a Montechiaro (2004)

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