Fracchia, Monzeglio e Giroldo “docenti” tra i detenuti alessandrini

Lezione di tamburello in carcere. Vittorio Fracchia, Emanuel Monzeglio e Pietro Giroldo coi rispettivi tamburelli sono finiti dietro le sbarre.

Qui i punteggi ed il relativo caos scoppiato nel massimo campionato a muro, coinvolgendo proprio il Grazzano penta campione, non centra nulla. Nessuna punizione esemplare ma l’impegno sociale e solidale dei tre giocatori aleramici che hanno voluto rispondere all’appello lanciato dal Comitato Federtamburello di Alessandria, promotore del progetto. Superati i confini provinciali e soprattutto varcato il portone della casa di reclusione Don Soria i tre atleti hanno fatto ciò che gli riesce più naturale: giocare a tamburello. Fracchia, Monzeglio e Giroldo sono stati coinvolti dai tecnici alessandrini Paolo Marca e Marco Orsi che hanno coordinato il progetto «Il tamburello supera le barriere», corso di tre ore adattando come campo da gioco il rettangolo di calcio a cinque interno al carcere. In tutto un centinaio i detenuti coinvolti, che hanno voluto cimentarsi con tambass e pallina. “Lezioni per insegnare innanzitutto a conoscere il tamburello, più nel suo aspetto tradizionale e culturale che agonistico. Disciplina che è parte integrante del nostro territorio che anche chi non è originario e si trova privato della libertà dovrebbe conoscere. Conoscendola non potrà che apprezzarla” ha commentato Gianni Agosto, presidente del Comitato alessandrino. «Esperienza unica e di grande coinvolgimento emotivo. Logiche difficoltà iniziali che il tamburello è riuscito a superare azzerando ogni barriera psicologica ma anche differenze di etnia e religione. Siamo entrati come giocatori ed istruttori per condurre una lezione di tamburello ma penso che ne siamo usciti arricchiti anche noi. Debbo dire che da parte degli allievi c’è stata curiosità ed interesse nei confronti di uno sport di cui non sapevano neppure l’esistenza» ha commentato il campione Vittorio Fracchia. «Abbiamo voluto subito rispondere all’invito di Agosto, apprezzando l’unicità e significato di questa iniziativa volta ad inclusione e reinserimento nel nome del tamburello» conclude il dirigente Piero Monti. 

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