Intervista a Aurora Capella e Paola Rinaldo della Cavrianese

Cavrianese campione regionale Lombardia nella juniores femminile, debutto vincente in panchina per il capitano Paola Rinaldo e Aurora Capella

Domenica scorsa a Goito (Mantova) nella categoria juniores femminile la squadra mantovana della Cavrianese ha conquistato il titolo regionale Lombardia, superando in finale la bresciana Capriano del Colle per 13-0. La gara come evidenzia il risultato ha offerto ben poco. L'unica cosa da segnalare il debutto in panchina come direttrice tecnica del capitano Paola Rinaldo. A coadiuvare la promettente giocatrice della Cavrianese la sua compagnia di squadra Aurora Capella. Le due giocatrici sono state visionate dal più esperto Stefano Anversa, protagonista nella scorsa stagione della promozione in serie A, della vittoria in Coppa Italia a Castellaro contro la Monalese e della crescita di tutte le atlete. La Cavrianese era composta da Francesca Cogliandro, Noemi Sogliani, Benedetta Ferlenga, Camilla Negherbon, Martina Ghirardi. Queste le sensazioni delle due giovani giocatrici della Cavrianese. Partiamo con il capitano Paola Rinaldo. 

Che sensazione è stata andare in panchina e guidare le tue compagne?

Quest’anno la società della Cavrianese mi aveva proposto di seguire una nuova squadra giovanile, ma dovendo affrontare la maturità non me la sono sentita di prendere questo impegno. Mi hanno però dato la possibilità di seguire le juniores nella finale regionale. Ho accettato volentieri perché le ragazze sono anche le mie compagne di squadra in serie A open e, allenandoci insieme ogni settimana, conosco la loro tecnica di gioco. È stato bello poterle seguire nel campionato giovanile dalla panchina. Di solito, facendo il capitano, guido le mie compagne dal campo, questa volta è stato un po’ diverso. Dalla panchina, si riescono a vedere molte più cose. Si riesce ad avere una visione completa del gioco, di come si sentono le ragazze in campo, di quale colpo o di quale posizione è più efficacie in un momento della partita. Non è stato semplice assumere le vesti da direttore tecnico avendo anche l’ansia della prima volta. Sono però molto soddisfatta di aver supportato le mie compagne nella finale regionale fino alla vittoria.

Come ti è sembrato il nuovo ruolo e cosa ti può dare per una tua crescita umana?

Sinceramente non so se sono all’altezza per questo nuovo ruolo, ma domenica ci ho messo il mio istinto da capitano provando a dare il mio appoggio alla squadra. Per una mia crescita umana è stata un’importante dimostrazione che sia dal campo che dalla panchina è importante sostenere le giocatrici perché ciò che porta alla vittoria è proprio il lavoro di squadra.

Quanto è stato importante avere vicino Stefano Anversa che in questa veste ha una certa esperienza?

Sicuramente il suo appoggio è stato fondamentale, perché essendo la mia prima volta mi ha aiutato ad osservare le dinamiche della partita. Abbiamo anche condiviso le idee riguardo i cambi e le disposizioni delle giocatrici e grazie ai sui consigli abbiamo fatto le scelte più opportune.

Parlando di giovani emergenti, qual'è a tuo giudizio la giocatrice più completa?

Purtroppo non ho ancora avuto la possibilità di visionare tutte le squadre juniores femminili. Guardando però alla Cavrianese, la giocatrice più completa e promettente è a mio parere Francesca Cogliandro, sempre determinata e con la voglia di migliorare. 

Queste invece le dichiarazioni di Aurora Capella. 

Che emozione è stata per te aiutare le tue compagne dalla panchina?

E' sempre un piacere aiutare le mie compagne anche vedendo la partita da fuori, mi piace esserci, perché anche se sono fuori età io faccio sempre parte di quella squadra e tutte sono sempre pronte ad aiutarmi, quando mi vedono in difficoltà, quindi io cerco di sostenerle in tutto e per tutto. Durante la partita le ho viste molto impegnate e hanno, o meglio abbiamo, portato a casa un ottimo risultato ed è stata un'emozione grandissima, soprattutto perché da fuori si vedono aspetti che quando si gioca non si notano.

Pensi che sia difficile insegnare uno sport come il tamburello, dove sono importanti vari aspetti, potenza, coordinazione, precisione e intelligenza tattica?

Penso sia difficile insegnare questo sport, perché bisogna riuscire a trasmettere vari aspetti, ma la cosa più importante che bisogna saper trasmettere è l'amore per questo sport.

Mi sto impegnando molto con la mia squadra di esordienti perché prima di tutto si devono divertire e devono riuscire ad essere una squadra per poter sempre essere uniti, sia quando si porta a casa una partita importante, sia quando si è in difficoltà.

Nel prossimo campionato open giocherete in serie A e affronterete pertanto le giocatrici più forti Germana Baldo, Beatrice Zeni, Silvia Gozzelino, cosa vuol dire questo per te?

Credo che giocare nel prossimo campionato contro giocatrici più forti di noi sia prima di tutto un momento di crescita per tutta la squadra e poter imparare da chi ha più esperienza di noi ad affrontare al meglio una serie A.

Chi è la tua giocatrice preferita?

Credo che il tamburello sia uno sport in cui ogni giocatrice abbia un modo di giocare personale cosi come ognuna abbia una propria caratteristica che non può essere emulata da altri, ma che deve essere apprezzata e valorizzata, per questo non posso dire di avere una giocatrice preferita, perché apprezzo i vari punti di forza di ognuna. 



Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti. Per informazioni o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie leggi la nostra Cookie Policy Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni sui Cookies e su come disabilitarli, potete visitare la nostra pagina di privacy policy.

  Accetto i Cookie da parte di questo sito.