RILATE - MALAVICINA INCROCI PERICOLOSI. PIEMONTE IN ZONA ROSSA, DOVE SONO FINITI I GIOVANI?
Il ripiego di Lorenzo Tonon e Federico Pastrone a Malavicina scatena i social dopo il post di Mario Bellini. L'ideatore del Torneo under 23 per regioni di Castellaro evidenzia le vittorie piemontesi nei primi anni mettendo in riga i Merighi fino ad essere sorpassati dai lombardi e dai veneti, faticando l'anno scorso a mettere insieme 5 giocatori. Sul banco degli imputati il Muro e la classe dirigente
Mi sembra incredibile che giovani promettenti tamburellisti piemontesi non riescano a trovare una squadra di serie B in Piemonte e siano costretti per giocare ad emigrare nel mantovano. E' incredibile, mai avrei pensato una cosa simile. Da questo fatto butto li una mia riflessione. "Ormai da anni, nel tamburello open, assistiamo ad un lento ma continuo calo di società, squadre di categoria e giovanili e di giocatori, dal 2005 al 2020 tra A B C D siamo passati da 178 squadre nel 2005, alle 113 del 2020, 65 squadre in meno, più di un terzo. Se a livello nazionale con questi numeri la situazione è molto grave in Piemonte è addirittura drammatica, siamo vicini alla fine, questi sono i numeri: 2005 tra A B C D le squadre piemontesi erano 28, nel 2020 siamo a 13, meno 15, meno della metà e da quello che si sente nel 2021 ci sarà un ulteriore pesante calo, 1 squadra in serie A, nessuna in B e mi dicono un drastico calo in C e D. Certo in Piemonte c'e anche il muro, c'e sempre stato anche quando le squadre piemontesi open erano parecchie e molto forti, con tutto il rispetto per il muro, ritengo che questa specialità più che di sport si tratti di cosa legata alla tradizione del territorio che certamente va conservata ma praticata in una provincia. Se poi passiamo all’indoor vediamo che tra le 7 squadre di serie A vi è una 1 piemontese (il Cinaglio con Tonon, i fratelli Pastrone e Zanotto) e nessuna tra le 22 di serie B. Drastico poi anche il calo tra le giovanili, dove sino a pochissimi anni fa i piemontesi con i trentini erano all’avanguardia e trionfavano in parecchie categorie, sia nell’open che nell’indoor. Credo che si debbano cercare di capire le ragioni vere di quanto sta succedendo, individuarne le vere cause è cosa indispensabile per cercare poi di porre rimedi nel tentativo di fermare questo andamento. Il Piemonte da sempre è stata una delle regioni all’avanguardia per il nostro sport, e il nostro sport non può perdere il Piemonte, non vorrei che in questo caso e anticipasse quello che poi si verificherà a livello nazionale, dobbiamo fare di tutto per capire il perché e fermare questa tendenza, io li non ci vivo e conseguentemente non conosco più di tanto quella realtà e allora chiedo ai vari Dirigenti piemontesi, sia nazionali che regionali, ai piemontesi appassionati per questo nostro sport: come si spiega questo trend e cosa si può fare per fermarlo?"