La Festa dello sport vetrina di tanti campioni che non “fanno notizia”

Le tamburelliste dello squadrone «Alegra Settime»

La «Festa dello sport» che andrà in scena lunedì al Teatro Alfieri rappresenta anche l’occasione per far conoscere al grande pubblico atleti che ottengono risultati strepitosi, ma che spesso sono meno noti, perchè campioni di discipline più di nicchia. E così, per esempio, la Asti sportiva scopre che può proporre ben quattro campioni europei che però sono «rappresentanti» di sport che a volte meritano meno titoli di altri. Ma se Alice Sotero, campionessa del pentathlon, nell’Astigiano è comunque notissima per tutti i risultati raggiunti, che le hanno permesso di arrivare fino alle Olimpiadi brasiliane di un anno e mezzo, fa, ci sono altri tre campioni (una in realtà è una squadra) che sono arrivati sul tetto d’Europa. Due fanno parte del variegato mondo del tamburello: il primo è il giovane Federico Tanino, bravo a ritagliarsi uno spazio tutto suo nella Nazionale giovanile che si è imposta in ambito continentale sia all’aperto che indoor. L’altra è appunto la squadra, cioè quel favoloso team «rosa» dell’Alegra Settime che ha chiuso un anno indimenticabile nel quale ha vinto non solo la Coppa Europa, ma anche lo Scudetto, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana. In ambito continentale il successo era arrivato nei primi giorni di luglio grazie alla vittoria nella finale, tiratissima, contro le francesi del Cournonsec per 13-12 dopo oltre due ore di «battaglia». L’altra campionessa europea dello sport astigiano è la «adottata» Livia Bregonzio (in realtà le sue origini sono varesine) che però da tempo fa parte dell’Asti Blu, la società di subacquea che domina anche in Italia. Livia si è avvicinata all’apnea pochi anni fa, nel 2014, ma ha subito dimostrato di essere una fuoriclasse assoluta e nel giugno scorso ha vinto il europeo indoor al termine della gara che si è disputata a Cagliari. Per lei erano già arrivati due Tricolori e la convocazione in azzurro per i Mondiali di Lignano Sabbiadoro del 2016. A Cagliari il suo capolavoro: una competizione che si era sviluppata lungo due giorni nel corso dei quali la Bregonzio aveva toccato la perfezione: «Un’emozione pazzesca - aveva raccontato sul sito del suo club - tanto che ero scoppiata in un pianto liberatorio. Ero per certi versi incredula e per altri infinitamente serena» 

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