Intervista ad Andrea Fiorini

 

Il 2013 per la società di tamburello del Sabbionara è stato un anno da ricordare sia in campo femminile, sia in campo maschile.

La squadra maschile ha vinto il campionato di serie B e nella prossima stagione sportiva, vista la retrocessione del Mezzolombardo, sarà l’unica compagine regionale a rappresentare il tamburello trentino nel massimo campionato maschile. Gli aviensi hanno vinto anche Coppa Italia e Super Coppa. 

Abbiamo fatto alcune considerazioni con il dirigente della società Andrea Fiorini, vice presidente della Federazione Italiana palla tamburello. A  livello femminile la squadra di serie A ha centrato il suo terzo scudetto consecutivo e la Super Coppa.

Il 2013 per il Sabbionara è stato sia a livello femminile che maschile un anno molto positivo. Ti aspettavi questi risultati?

Mi aspettavo un ottima stagione, ma premetto che quella dell’anno scorso  è stata irripetibile. La società si aspettava dei risultati La squadra di serie B maschile ha avuto un’annata trionfale, vincere tre competizioni non è certo cosa da poco. Significa mantenere per tutta la stagione un livello di gioco alto, anche perché tutte le avversarie hanno confermato di essere squadre forti e temibili. Abbiamo avuto anche un po’ di fortuna in certi momenti, ma fa parte del gioco. Devo fare un pregio a tutti i giocatori che hanno dimostrato grande impegno e serietà, credendo al progetto ambizioso della società. Stesso discorso per la squadra femminile, chiamata a confermare i titoli ottenuti gli anni prima. Ripetersi, non è mai semplice. Ricordo ancora oggi con grande gioia la finale scudetto di Aldeno, due ore e quaranta cinque minuti di gioco contro un Settime, che ha fatto una grande partita. Noi eravamo privi per infortunio di Germana Baldo, la nostra giocatrice più esperta, ben sostituita da una giocatrice di 15 anni, ma di grande prospettiva come Beatrice Zeni.  Da notare che sono praticamente 3 anni che queste ragazze giocano e vincono ininterrottamente tra open ed indoor.

La squadra maschile è stata promossa in Serie A, quali sono gli obiettivi in un campionato cosi duro dove giocano grandi squadre e grandi campioni?

La  società parteciperà quest’anno per la prima volta al campionato di serie A. Conosciamo i nostri limiti e le nostre potenzialità. Sappiamo che sarà un’annata dura.  È stata allestita una squadra che presenta un mix tra giocatori giovani  (Davide Gozzelino) che si affacciano per la prima volta alla serie A ed alcuni giocatori di grande esperienza (Alessio Monzeglio).Il nostro obiettivo è quello di crescere partita dopo partita.  Per la società oltretutto è motivo d’orgoglio il sapere di essere l’unica rappresentante della provincia di Trento ed a maggior ragione sarà motivata  a fare le cose al meglio, curando tutti i dettagli possibili anche per accogliere i tifosi che si spera, possano essere numerosi. Per quanto riguarda l’aspetto agonistico l’obbiettivo principale è riuscire salvarsi il prima possibile, per poi togliersi qualche soddisfazione potendo giocare con tranquillità, senza l’assillo del risultato ad ogni costo.

Cosa si deve fare a tuo giudizio per far crescere ulteriormente il tamburello, da molti etichettato ancora come uno sport minore?

Innanzitutto essere inquadrati come sport minore a mio avviso non è assolutamente denigratorio, ma è soltanto una presa di visione obbiettiva della realtà, in quanto per numeri e quant’altro non possiamo paragonarci ad altri sport che vanno per la maggiore. Io personalmente, credo che il nostro sforzo maggiore deve essere indirizzato verso un’azione di rafforzamento ,laddove il nostro sport è già radicato, cercando al contempo di far rinascere l’interesse in quelle zone, normalmente contigue, dove da poco si è smesso.I Comitato provinciali e le società devono farsi carico di una campagna presso scuole e oratori, dove potenzialmente, ci sono le nuove linfe per assicurare un futuro al nostro sport. Certamente il tutto deve essere supportato dalla Federazione, la quale sta attraversando un momento economico poco felice, visti i tagli del 30- 40 % sui contributi da parte del Coni. Mi auguro personalmente  che il CONI  riveda quanto prima i criteri di ridistribuzione delle risorse, altrimenti in un futuro non troppo lontano, ci saranno alcuni sport che diverranno sempre più “minori”

 

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